L’ira è la passione che ci fa respingere il male, simile alla luce che respinge le tenebre. L’ira di Dio ci fa evitare il male e la concupiscenza. satana ha cambiato la finalità dell’ira, da noi infatti l’ira viene spesso usata, non per respingere il male, ma per fare il male. “soltanto chi persevera fino alla fine, sarà salvo”. La perseveranza a vivere nell’ubbidienza alla fede è possibile quando noi mediante l’ira, allontaniamo con decisione tutto quello che disturba o impedisce il cammino. L’ira rende forte e decisa la volontà di rifiutare quello che Dio ha proibito.
Quanto più tu hai orrore del male, tanto più tu ami il bene. L’orrore nasce dalla profonda convinzione che se acconsenti alla tentazione, perdi la vita divina a motivo del peccato. Se manca la decisione di volere a tutti i costi vivere di fede, non si può stabilire in te il cammino nella perseveranza. Odi davvero il male e il peccato? Devi esercitare l’ira nel modo giusto mediante l’odio a tutto quello che non corrisponde alla volontà di Dio.
Come l’ira, anche l’odio nel linguaggio biblico hanno un significato diverso da quello che noi diamo a queste parole; odiare infatti significa allontanare da sé il male con decisione irrevocabile, desiderando profondamente il bene. Dio odia il peccatore, significa che Dio allontana da sé il peccatore, per questo si sente libero da tutti gli impegni della vita cristiana. La perseveranza non può esistere se non c’è questo orrore per il male. Se c’è compromesso con la malizia, ci sarà sempre quest’altalena.
Il dono dell’ira, dell’orrore del male, va chiesto al Signore; la violenza a respingere il male è dono di Dio. Il demonio tante volte ci fa pensare che abbiamo superato le tentazioni della carne e dello spirito; ma è allora che si insidia maggiormente nella nostra anima per farla cadere. Bisogna pregare il Signore per avere sempre l’orrore del male, un amore grande per il bene, e per poter essere perseveranti fino alla fine della vita. Questa preghiera deve essere sempre accompagnata all’umiltà che conduce alla prudenza e alla vigilanza; non dobbiamo mai presuntuosamente sentirci sicuri di aver evitato ogni compromesso con il male.
Il demonio è molto abile per questo. Se vogliamo davvero essere perseveranti dobbiamo odiare il male, e l’odio al male consiste nell’evitare ogni occasione che ci porta nella sfera dell’attrazione della malizia. Lo Spirito Santo ti convincerà del peccato. Se sulla tua coscienza c’è il grasso della superficialità, della indifferenza, della dimestichezza, della routine, tu elimini la voce dello Spirito che ti dice che questo é peccato. La Sacra Scrittura ci rivela come Gesù ha subito volontariamente le aggressioni di satana mediante i Giudei e i Romani, per dare a noi la forza di liberarci dal male.
“Io invece sono un verme, e non un uomo”: Gesù Cristo, nato nella carne senza concepimento umano, era quindi un uomo al di sopra di ogni uomo; e invece umiliò se stesso affinché almeno in questo l’umana superbia si degni di imitare la sua umiltà. “Obbrobrio degli uomini e rifiuto del popolo”: nella sua umiltà è divenuto un essere obbrobrioso. I capi del popolo interrogavano un cieco nato che aveva riacquistato la vista; vista l’insistenza con cui gli facevano la stessa domanda, quell’uomo disse: volete essere suoi discepoli? Fu come se avesse detto questo come un oltraggioso insulto: “Sii tu discepolo di lui”, e lo buttarono fuori dal Sinedrio; così continua il Salmo: “il mio popolo mi ha disprezzato”; “Tutti coloro che mi guardavano mi beffeggiavano”: tutti coloro che Lo guardavano trafitto sulla Croce lo deridevano.
“Hanno sogghignato con le labbra, e hanno scosso il capo”: hanno parlato, non col cuore, ma con le labbra. Non avevano neppure un minimo sentimento di pietà per un uomo che moriva inchiodato alla croce; lo insultavano urlando: “ha sperato nel Signore, Egli lo liberi; lo salvi, giacché lo ama”. Queste furono le parole che sentiva mentre stava agonizzando. “Perché sei tu che mi hai tratto fuori dal ventre”.
Questa espressione ha due significati: Gesù è stato tratto fuori dal ventre verginale di Maria; tutti gli uomini infatti, per legge di nascita vengono “tratti fuori dal ventre di una donna”. Il Testo Sacro dice ventre, evita di dire la parola dolce che si usa da noi: il seno, o sotto il cuore della mamma; dice ventre per togliere qualsiasi dubbio che è nato dal ventre di una donna, cioè come tutti gli altri; nessuno può dubitare che il Figlio di Dio era un uomo vero uguale a tutti noi. Gesù è stato tratto anche dal ventre della nazione giudaica.
Dalle tenebre dell’errore è coperto, ed ancora non è nato alla luce di Cristo, chiunque pone la salvezza nella svalutazione della gravità del peccato; perché si è fatto uomo per liberarci dal peccato, cioè si è fatto peccatore dei nostri peccati, e li ha espiati sulla Croce. A noi ha dato il suo insegnamento che dobbiamo praticare per meritare il suo perdono. “uscito dal grembo materno, in te sono stato consolidato”. Si tratta del seno della Sinagoga, che non lo ha sostenuto nella sua missione, ma lo ha rigettato; però non sono riusciti ad impedire che annunziasse il suo Vangelo, perché il Padre Celeste lo ha sorretto. “Tu sei il mio Dio; non allontanarti da me, perché imminente è la tribolazione”.
Con queste parole Gesù pregava quando diceva ai suoi Apostoli: il Figlio dell’Uomo sta per essere consegnato nelle mani dei suoi nemici. “Perché non c’è chi mi aiuterà”: nessuno può aiutarlo, soltanto Dio. “Mi hanno attorniato molti giovenchi”; il Salmo fa riferimento al vitello d’oro che gli ebrei si fabbricarono nel deserto, per ritornare al culto dei pagani che avevano imparato in Egitto. Rifiutando Lui, rifiutano Dio come quel giorno nel deserto quando rifiutarono Mosè, il quale aveva detto loro: dopo di me varrà un Profeta come me, verrà Colui che vi libererà dalla schiavitù del peccato per portarvi alla vera Terra promessa a tutti quelli che credono nella sua Parola come Abramo: credeva che avrebbe avuto un figlio da Sara che era invecchiata da molto tempo, ed sterile da sempre, credeva senza mai dubitare che dalla sua discendenza sarebbe nato il Redentore. “Grassi tori mi hanno assediato”: i capi del popolo, lieti di averlo tra le mani, lo hanno assediato in modo che non poteva più fuggire. “Hanno spalancato contro di me la loro bocca”: hanno aperto contro di me la bocca per dire insulti e calunnie, non hanno voluto credere a quello che le Scritture dicono di Lui.
Hanno urlato “crocifiggilo, crocifiggilo!” “Come acqua mi sono effuso, e disperse sono state tutte le mie ossa”. Quando i soldati sono andati ad arrestarlo, Gesù non ha opposto nessun resistenza, rimase umile e docile come l’acqua che lascia che facciano di Lui quello che vogliono. Come acqua mi sono effuso, dove sono piombati i suoi persecutori; e per la paura si sono disperse da Lui le fondamenta del suo Corpo, ossia quelle della Chiesa: i suoi discepoli. “È divenuto il mio cuore come cera che si strugge, nel mezzo del mio ventre”. La sua Sapienza, che parla di Lui nei Santi Libri con parole chiare e solide, non era compresa dai Giudei; ma dopo che il Giudei l’hanno bruciata col fuoco della passione e morte, come se fosse liquefatta, si è manifestata, ed è stata depositata nella memoria della sua Chiesa.