Il tema di questa catechesi: la durezza del cuore.
Tu riesci a distinguere qual è il suggerimento di satana e qual è invece il consiglio che ti dà il Signore Gesù? Ecco, ci sono tre situazioni: non conosci il criterio del Signore; lo conosci, ma non lo metti in pratica; non lo vuoi conoscere. In quale di queste condizioni si trova la tua anima? Conosci tu la distinzione tra il bene ed il male, tra quello che devi evitare e quello che devi fare? Io presumo che tu conosca questo.
Il secondo pensiero: conosci quello che devi fare e non lo fai pur sapendo che è volontà di Dio? Potrebbe anche capitare che tu conosca i principi del cristianesimo, sai che li devi mettere in pratica e non lo fai. Non lo fai perché non hai la volontà, oppure perché la volontà e l’umana debolezza ti fanno cadere nelle fragilità? La terza situazione. Tu da un tempo a questa parte non vuoi più conoscere quello che è giusto fare, perché hai ascoltato satana che dice: “Non riuscirai, non perdere tempo nella preghiera, nella vigilanza, nell’ascolto della Parola di Dio, nella meditazione!”. Quindi, non vuoi conoscere la Parola di Dio perché ti fa male, perché non riesci più a metterla in pratica, perché per te comincia a diventare una tortura.
Ecco, in quale situazione ti trovi ? E se le situazioni sono alterne, in quali situazioni tu fai il ping-pong? Non conosci quello che Gesù vuole da te incolpevolmente o colpevolmente? Perché hai paura di chiedere chiarezza al sacerdote nella direzione spirituale? Sai benissimo quello che devi fare per sviluppare la vita cristiana, e non lo fai; sei cosciente di conoscere quello che devi fare? Non lo fai perché nonostante che tu abbia la volontà di fare quello che hai conosciuto quando hai meditato la parola di Dio, e invece l’umana debolezza ti porta sempre nelle fragilità; oppure conosci quello che devi fare, e invece la tua volontà non riesce più a piegarsi.
La terza situazione: sei veramente convinto che non riesci più a risolvere quel problema della carne e dello spirito, per cui non vuoi più ascoltare la Parola di Dio perché ti fa male, ti tortura, ti confonde di più? Ci sarebbe addirittura una quarta situazione, ed è la più diabolica: discuti, lotti, rigetti, combatti, travisi la Parola di Dio in modo tale da adattarla ogni giorno sempre alla tua malizia.
Dobbiamo chiedere a Gesù la pazienza dinanzi alle nostre fragilità, e il dono della perseveranza nell’adempiere tutti i nostri doveri di cristiani nel mondo con forti grida e lacrime. E’ il segno sia psicologico che spirituale dell’insistenza di Gesù nel pregare il Padre: non ti abbattere dinanzi alla ricorrenza della fragilità che tu conosci, ma non vuoi. Io credo che sia questo il momento: non ti abbattere, non ti abbattere! Anche Gesù: “La carne è debole, lo spirito è pronto”, con “forti grida e lacrime” insisteva presso il Padre per fare la sua volontà. L’insistenza a superare quello che ci impedisce di camminare sulla via del Vangelo riguarda di solito il superamento del difetto predominante. Non preoccuparti, l’insistenza è molto gradita a Dio!
Non aver timore, non ti scoraggiate ad insistere: al Signore è gradita l’insistenza della nostra preghiera, del nostro grido continuo dinanzi alla ricorrenza, alla frequenza puntuale delle fragilità, specialmente del difetto predominante. Il demonio è molto abile a toglierci la pace, approfitta del fatto che dobbiamo insistere per riuscire a concludere qualcosa; egli ci fa vedere sempre più chiara la durezza della nostra volontà, che non si piega dinanzi alla Parola di Dio; inoltre ci rende ridicola la nostra volontà buona a non voler più la fragilità, che ci facilita la decisione di commettere i peccati. La volontà buona viene da lui ridicolizzata, ce la fa vedere incoerente, mette in risalto la durezza della volontà, per dirci che non ci riusciremo mai, e così ci toglie la pace del cuore. Ma Gesù ci mette nel cuore la speranza e ci dice: “Coraggio, riuscirai!”.
Non aver paura Io sono con te. Gesù è stato molto chiaro nel parlare: un tale gli presentò il figlio posseduto dal demonio impuro; e gli disse: “Maestro, Se tu puoi, fa’ qualche cosa – Tutto è possibile a chi crede ! – Signore, aumenta la mia fede ”. Quindi, la fede e l’onnipotenza di Dio diventano la tua forza per ottener le Grazie; tanto tu puoi, per quanta fede hai. Addirittura, quel “TUTTO” è spaventoso: “Tutto è possibile a chi crede”. Terribile! Dunque la conclusione qual è? E’ che se noi siamo ancora nelle fragilità, è perché non abbiamo creduto alla Grazia che il Signore dona a coloro che hanno la volontà buona. Chiediamo a Gesù, come quell’uomo: “Signore, aumenta la mia fede!”. Chi vuole realizzare un rapporto d’amore con Gesù, deve fare i conti con le sua fragilità; bisogna che tu porti sulle tue spalle la croce dei tuoi limiti, delle tue miserie e dei tuoi rimorsi.
Ascolta i consigli di un uomo che ha fatto l’esperienza di una vita cristiana piena di tribolazioni: se porti la croce di buon animo, sarà essa a portarti e a condurti alla meta desiderata, dove ogni patimento avrà quella fine che quaggiù non può aversi in alcun modo. Se invece la croce tu la porti contro voglia, essa ti peserà; aggraverai te stesso, e tuttavia la dovrai portare. Se scansi una croce, ne troverai senza dubbio un’altra, e forse più grave. Credi forse di poter sfuggire a ciò che nessun mortale poté mai evitare?
Quale buon cristiano ha vissuto e vive in questo mondo senza croce e senza tribolazioni? Neppure Gesù Cristo, nostro Signore, durante la sua vita, passò una sola ora senza soffrire la povertà, il rifiuto dei parenti, il duro lavoro giornaliero, la persecuzione, il tradimento, la morte. “Era necessario – diceva – che il Cristo patisse, e risorgesse da morte per entrare nella sua gloria” (Lc 24,26 e 46). E perché mai tu vai cercando una via diversa da questa via maestra, che è quella della santa croce? Tutta la vita di Cristo fu croce e martirio e tu cerchi per te riposo e gioia? Sbagli, sbagli se cerchi qualcosa d’altro, che non sia il patire tribolazioni; perché tutta questa vita mortale è piena di miseria e segnata tutt’intorno da croci piccole e grandi.
Spesso, quanto più uno sarà salito in alto progredendo spiritualmente, tanto più pesanti saranno le croci che troverà, giacché la sofferenza del suo esilio su questa terra aumenta insieme con l’amore di Dio. Forse tu credi di poter sempre avere le consolazioni spirituali a tuo piacimento? Non ne ebbero sempre neppure i Santi i quali soffrirono, invece, tante difficoltà e tentazioni di ogni genere e grandi desolazioni.
Sennonché, con la virtù della sopportazione, essi si tennero sempre sulla strada giusta, confidando più in Dio che in se stessi; consci che “le sofferenze del momento presente non sono nulla a confronto della conquista della gloria futura” (Rm 8,18). O vuoi tu avere subito quello che molti ottennero a stento, dopo tante lacrime e tante fatiche? “Aspetta il Signore, comportati da uomo” (Sal 26,14), e fatti forza; non disperare, non disertare. Disponiti, invece, fermamente, anima e corpo, per la gloria di Dio. Strabocchevole sarà la mia ricompensa. “Io sarò con te in ogni tribolazione”. Molti secoli prima di Cristo i Profeti ci hanno visto coinvolti nel mistero della morte e Risurrezione del Signore.
Hanno pregato per Gesù con una preghiera profetica: “Ti esaudisca il Signore nel giorno della tribolazione”. Ti esaudisca il Signore nel giorno in cui hai detto: “Padre glorifica il Figlio tuo, ti protegga il Nome del Dio di Giacobbe”. A Cristo infatti appartiene il popolo nato da Abramo, servo fedele. “Ti mandi aiuto dal luogo santo e da Sion ti sia difesa, rendendo santo il tuo corpo, cioè la Chiesa, la quale prega e soffre nell’attesa di unirsi a Cristo, “come una Sposa che si unisce al suo Sposo”.
“Dio si ricordi di tutti i tuoi sacrifici”. La Chiesa ricordi a noi tutte le ingiurie e tutte le offese che per noi Cristo ha sopportato. “E gli sia gradito il tuo olocausto”. Il Padre Celeste converta nella gioia della Risurrezione la croce, sulla quale Cristo si é interamente offerto a Dio. “Ti conceda il Signore quello che brama il tuo cuore”. Gli conceda il Signore non quello che hanno nel cuore coloro che hanno creduto di poterlo annientare perseguitandolo, ma quello che desidera il suo cuore, nel quale ha conosciuto il bene che avrebbe arrecato a tanti uomini e a tante donne con la sua passione e morte. “E adempia ogni tuo disegno”.
E adempia ogni suo progetto di salvezza dell’umanità; quello per il quale “ha dato la tua vita per i suoi amici”, così che “il chicco di grano, seminato dal Cielo sulla terra, è morto; dalla sua morte è rinato glorioso. Il suo Sacrificio ha incluso nella storia della salvezza anche il popolo di Israele che l’ha crocifisso. “Esulteremo nella tua salvezza”. Esulteremo perché la morte non ci sarà più, non potrà più far male. “E nel nome del Signore Dio nostro saremo esaltati”. La confessione del Nome di Cristo non solo non ci perderà, ma ci esalterà.