Come fa il demonio a entrare in maniera subdola nel nostro rapporto con la fede? qual è l’inizio con cui il demonio entra nei nostri pensieri, negli affetti, nella carne, nello spirito per radicalizzare la malizia? e qual è la maniera con cui bisogna agire per sradicare la malizia che è radicata nel nostro cuore, per cui si lamenta la volontà, i sensi si sentono incapaci, impossibilitati a sradicarsi o dalle debolezze della carne e da quelle dello spirito?
È necessario conoscere il processo che dobbiamo fare per sbloccare il disinteresse della preghiera e la superficialità nel prendere contatti con persone e situazioni che influenzano i nostri pensieri, affetti e decisioni riguardanti il nostro vivere secondo la fede. Se non si affronta il nemico con l’arma giusta, qualsiasi tentativo per rimettere ordine nella nostra vita cristiana, diventa inutile. Ogni volta che cerchiamo inutilmente di riprenderci il controllo di noi stessi, la nostra situazione diventa peggiore.
Questo succede ogni volta che noi non investiamo tutte le nostre forze quando affrontiamo con incosciente superficialità questo problema; facilmente precipitiamo nuovamente nelle debolezze della carne e dello spirito; la fiducia in Dio va sempre più smorzandosi, e noi andiamo da male in peggio, fino a prendere una decisione che in seguito risulta fatale per la nostra salvezza eterna. Alcuni rinunziano a provarci di nuovo, altri tentennano perché temono il ritorno violento delle fragilità.
Sono questi i problemi da risolvere: noi non ci rendiamo conto di come il demonio entra per radicalizzare la malizia nella carne e nello spirito e quindi non riusciamo a sapere cosa dobbiamo fare per uscire fuori da questa specie di saldatura della nostra volontà con la malizia, la quale assume diversi connotati: della carne, dello spirito, la ribellione verso chi può indicarci la strada; l’impurità poi diventa giorno dopo giorno sempre più degradante. Arriva il momento in cui non riusciamo più a limitarci, e facciamo il solito giocherello: è inutile tentare ancora, non è possibile per me, in fondo non c’è niente di male; questi sono gli slogan che il demonio inchioda nella nostra testa.
Dobbiamo accogliere il suggerimento che Gesù ci ha dato: dobbiamo perseverare nella preghiera assidua e fatta bene, la preghiera che diventa invocazione di amore e fonte di decisioni nuove. La preghiera è una chiave inglese, una comunella a tutte quante le virtù, ti apre la porta per entrare nelle stanze di tutte le virtù a cominciare dall’umiltà, per arrivare poi alla fede, la speranza, la carità, l’ubbidienza alla parola di Dio, la purezza del cuore e delle intenzioni e soprattutto la pazienza a tornare a insistere quando la natura non vuole piegarsi a quello che è buono e santo; la preghiera è la comunella della vita spirituale.
C’è chi non capisce, chi non sa, chi preferisce non vedere i problemi, chi non sa sradicare la sua volontà dalle abitudini cattive, chi non vede le scivolate, chi non si rivolge a qualcuno che lo può aiutare a uscire fuori dalle trappole diaboliche, chi, dopo che è uscito fuori, daccapo entra nelle trappole del demonio, chi non sa come uscire, chi dice che non c’è nessun problema e cammina spedito sulla strada del peccato. “E’ possibile che satana voglia entrare dalla porta dell’affetto verso una persona che non ci è lecito amare?” Prima dobbiamo dare a noi stessi una risposta alla domanda: cos’è l’affetto?
Innanzitutto dobbiamo andare all’origine: in tutte le creature viventi e non viventi, animate e inanimate, in tutte le creature c’è sempre qualcosa di bello e di interessante. Tutte le creature hanno dentro di sé un messaggio da trasmettere a noi. Per natura loro il messaggio che emettono, è un messaggio buono, perché le ha fatte Dio queste creature; però l’uomo e la donna sono capaci con la loro malizia a distorcere il messaggio: pure una rosa messa davanti a Gesù, o una rosa che ti viene offerta da un adultero, può essere ambivalente. Tutti gli esseri mandano dei messaggi: i messaggi buoni possono essere travisati dalla malizia dell’uomo e della donna, possono essere distorti e così diventare messaggi cattivi.
I messaggi vengono recepiti dai sentimenti o meglio, prima dai sensi, e poi diventano sentimenti. Il sentimento che cos’è?: un messaggio sentito dai sensi. Se questo sentimento è un sentimento che ti inclina verso un oggetto, verso una persona, verso un ambiente, allora si dice affetto. Se invece questo messaggio viene ricevuto, il sentimento che ti ha fatto sentire quella persona, ti parla con un linguaggio suo proprio: può essere gradevole, e allora produce l’affetto; può essere non gradevole e produce l’avversione. Quindi le realtà che Dio ha creato, producono i messaggi, che vengono sentiti dai sensi; ciò che viene sentito, si chiama sentimento; il sentimento di inclinazione verso quella persona che ti sollecita un incontro gradevole, si chiama affetto.
C’è poi un sentimento non gradevole, e si dice avversione. Però le fonti di questa tensione verso ciò che piace o di avversione da ciò che non piace, sono radicate nelle passioni fondamentali dell’uomo e della donna che sono: la concupiscenza e l’ira. Queste due forze dello spirito dell’uomo e della donna, sono state create da Dio; però la corruzione del peccato ha distorto queste due passioni, per cui la concupiscenza, che possiamo definire una forza, o tensione, non ha la capacità di vedere se la persona verso cui tende, è buona o cattiva: questo giudizio dipende da come noi abbiamo educato il nostro spirito, dalla mentalità che ci siamo formati con gli anni di esperienze, da come noi abbiamo indirizzato la nostra volontà.
Quando tu metti in moto la concupiscenza, che è una passione che ti spinge fortemente con tutto l’apparato sensitivo verso una persona, se non fai funzionare l’intelligenza e la volontà a regolare la concupiscenza, essa diventa travolgente, e ti porta laddove non dovresti andare. Egualmente anche l’ira. Sia la concupiscenza che l’ira hanno diverse gradazioni, diverse direzioni. La concupiscenza: lo sguardo, il sorriso, il ricordo, la memoria, il vestito, l’immagine, l’attrazione fisica, la civetteria, il passare davanti, lo scegliersi continuamente, o scegliere le cose che l’altro ha, o i comportamenti ecc. , tu continui nella scelta di tutto ciò che ti porta verso quella persona. Radicalizzi sempre di più l’ardore della concupiscenza.
Puoi fare una sola cosa: smantella quello che pensi di quella persona, e distogli la tua volontà dal desiderio di incontrarla. Egualmente anche l’ira ha tante gradualità: silenzio, broncio, distanze, risposte sballate, atteggiamenti di repulsione con gli sguardi, con le labbra, con le parole, con i comportamenti, con le distanze ecc. Sono le due forze l’ira e la concupiscenza che si slegano sempre di più dalla ragione e dalla fede, e allora vanno per conto loro. Se il Signore ha creato quella persona che ti manda dei messaggi di bellezza, di simpatia, di bontà, di cultura, ecc., se tu sei di dentro pulito, – io parlo sempre in chiave di affettività – tutti i messaggi che manda, se vengono recepiti da te, producono sentimenti, i quali a loro volta creano l’affetto. Se l’affetto è pulito, non devi avere paura. Se invece dentro di te c’è la malizia, tu hai una facile distorsione dei messaggi che lei ti manda; questi messaggi ti vengono inviati con lo sguardo, il pensiero, il ricordo delle debolezze a livello sensuale, a livello anche sessuale.
Nel tuo cuore avviene una deformazione dei messaggi si crea in te il desiderio del peccato, che facilmente diventa la passione che ti porta fuori controllo. Se tu hai pulito nel cuore, i messaggi che ti arrivano, non li distorci con la tua malizia, ma con umiltà li lasci puliti dentro di te, anche se producono l’affetto che è naturale – quell’affetto pulito non ti fa male, perché viene da Dio.
Se quella persona non ha principi solidi riguardo alla morale cristiana, non manda messaggi puliti, la tua risposta deve aiutarla a pulire il messaggio; se tu invece, corrispondi in quella corsia sbagliata con delle risposte sbagliate, metti il tuo Io al posto dell’amore cristiano; è chiaro quindi che questa simpatia reciproca provoca nel cuore di entrambi dei calci forti dell’affettività, per cui prendete delle decisioni sbagliate. Questo può capitare sia in famiglia: fratelli, cugini, parenti, zii, cognati, ecc.; sia nel posto di lavoro: direttore, collega, medici, avvocati, insegnanti; sia anche nella parrocchia. Se non vivi di fede, la distorsione di questi messaggi e di questi sentimenti, certamente avverrà; anche se non hai mai commesso un peccato mortale nella tua vita; certamente avverrà, perché sei sporco di dentro il cuore o per lo meno, c’è in te una disposizione ad essere sporco in quanto senza la preghiera e senza Dio, non è possibile non lasciasi coinvolgere.
Fino a che punto c’è l’ingenuità, fino a che punto c’è la copertura delle responsabilità proprie? Quante coperture strane ci sono nei buoni cristiani! senza dire poi di altre coperture: Ma io non sento la presenza del Signore, e cose del genere. La fede non sta nel sentire, la fede è qualcosa, è una realtà soprannaturale che non poggia sui sensi, ma poggia su Dio che è Spirito. Quando ci convinceremo che la fede non è un susseguirsi di sentimenti: oggi mi sento, oggi non mi sento. Ci sono certi uomini e certe donne che amano la trappola, hanno l’illusione di intrappolare una persona con l’affettività, e restano intrappolati loro stessi.
Poi non sanno uscire, non solo non sanno uscire, ma non gridano neanche aiuto; nascondono e vivono così, sono delle ballerine delle trappole: entrano ed escono, ma non escono puliti, escono sporchi ed entrano in un’altra trappola, poi ne aprono un’altra, poi un’altra … La vita non è uno scherzo, è una cosa seria, ti giochi l’eternità; è inutile che fingi di non credere che c’è Cristo che ti deve giudicare … è questa la verità, sarai giudicato e avrai quello che hai fatto. Ci sono certe persone le quali hanno la mentalità di intrappolare illusoriamente gli altri, in realtà sono loro intrappolati; entrano nel labirinto dei sentimenti che producono le affettività, dalle quali non vogliono liberarsi.
Creano una finzione unica, diabolica: Non so come fare, non ci riesco, mi sono messo d’impegno e non ce la faccio, è più forte di me, è inutile che perda tempo; sono tutte frasi fatte che vengono dal ventre fetido di satana, è la defecazione di satana, tutte queste espressioni sono insulto a Cristo che è la nostra speranza, e alla forza divina della Grazia. Lui è la nostra speranza e per diventare speranza nostra Lui si è chiamato Crocifisso. Lui solo è la nostra speranza, Gesù non ha mai deluso nessuno.
Il difetto più grave non è l’affettività, e neanche la sessualità conseguente all’affettività. Il difetto più grave è un altro: è quando gli affetti, i sentimenti diventano passioni, diventano mentalità, diventano necessità. Quando entra questa mentalità: non posso farne a meno di quel peccato, di quella persona, di quell’affetto, di quella trappola, di quel modo di amare, di relazionarmi, questa mentalità diventa una cambiale per dannazione; sino alla fine della vita tu te ne andrai sempre giocherellando su delle realtà che esibisci, con gli arzigogoli dei tuoi ragionamenti. Questa mentalità ti inchioda sempre di più dinanzi a Dio nel torto più marcio. A tutti Dio dà la Grazia di liberarsi dal peccato, da qualsiasi peccato, per vivere una vita santa; naturalmente, come tutte le cose che hanno il valore dell’eternità, c’è sempre un prezzo che deve essere pagato: bisogna diventare cristiani secondo il Cuore di Cristo.