Sulla Croce Gesù offrì al Padre il sacrificio per i peccati del mondo, dal sepolcro spiccò per i fratelli, come da un grembo, la vita del Risorto da portare alle genti della terra. Elisabetta divenne madre, pur essendo sterile ed avanzata di età; Maria concepì per opera dello Spirito Santo, senza concorso di uomo; Gesù, addirittura morto, dal petto squarciato, anzi dal sepolcro coperto dalla pietra sepolcrale ha generato, risorgendo, la nuova creazione.
Sul Calvario gli antagonisti si guardano: Cristo e satana, la vita e la morte, il nuovo e l’antico, la vittoria e la sconfitta, la gloria e la vergogna. Tutti e tutto vengono coinvolti: i vivi, amici e nemici di Gesù, la terra che trema, i morti che risorgono e il sole che copre il suo volto. Gesù con la Croce sale il Calvario, sulla Croce muore, dalla Croce inizia l’era del perdono e della nuova Alleanza. Nella Croce, come in un seme la vita, Egli nasconde la salvezza di Dio, cioè Se stesso. Senza la Croce non c’è salvezza, né Salvatore e né salvati. Di essa si turbano gli Apostoli.
Ma come possono insegnare il Vangelo della salvezza se non imparano prima il Vangelo della Croce?
Anche tra di essi, purtroppo, c’è chi lascia, chi rinnega, chi abbandona; chi va avanti per forza, come il Cireneo, chi si nasconde per paura, come tanti discepoli, chi si allontana, perché stolti e tardi a credere, come i due di Emmaus. La nostra Chiesa è il frutto dell’albero del Vangelo, da esso ha preso la linfa e la vita divina per tutti quelli che credono in Cristo. La storia di Cristo e degli Apostoli è la nostra storia.
E nessuno si scandalizzi. Devono accadere le stesse cose anche a noi. Come Gesù aveva predetto tutto, anche per noi fu predetto, perché nessuno si scandalizzasse. La Croce resta ancora oggi stoltezza per tanti, e fonte di sapienza per molti. “Chi incomincia ad amare Dio, deve essere pronto a soffrire”, così diceva P. Pio. Chi vuol essere mio discepolo, dice il Maestro, deve portare la propria croce (Lc 14,27). Cristo è Amore: seguire Cristo, vuol dire imparare ad amare Dio e il prossimo. Cristo, anzitutto, è via dell’amore per mezzo della sofferenza che dona la forza di resistere alle tentazioni e ci consente di dimostrare a Gesù che il nostro amore per lui è vero. La sofferenza è un mezzo, l’amore è il fine della vita secondo la fede. I primi passi della vita privata e pubblica di Gesù e della Chiesa sono, però, scanditi dalla sofferenza e dal legno della Croce.
II nuovo Re dei Giudei fugge da Betlem, il Messia da Nazaret, gli Apostoli da Gerusalemme, Pietro viene fino a Roma. Essi sono mandati per conquistare il mondo e dal mondo, invece, sono cacciati via. Gli Apostoli seguono la stessa sorte del Maestro. Sembra che Gesù sia cacciato dal mondo, di fatto è Lui a cacciare il principe di questo mondo. L’odio del mondo è la prova per chi ama davvero Dio. L’inizio dell’amore a Dio è quando il mondo che ha rifiutato Cristo, rifiuta anche te. Hanno odiato me, odieranno anche voi. L’odio del mondo si manifesta con la implacabile seduzione delle sue concupiscenze degli occhi, della carne e della superbia della vita.
L’odio al mondo, invece, si manifesta con la rinunzia ai beni superflui per dividere con i poveri, ai piaceri della carne che Dio consente solo nel matrimonio benedetto da un Sacramento e all’amore del proprio Io. L’ubbidienza alla fede che ti porta alla conquista delle virtù cristiane, è un vincolo sacro che lega chi vuol essere perfetto all’amore verso Dio e il prossimo; quindi, perfetto nella vita divina, e nella carità disinteressata verso coloro che soffrono nel corpo e nello spirito. Inoltre ci conduce alla rinunzia a tutto quello che nel mondo impedisce e distrugge l’unione di amore con Cristo; unitamente alla rinuncia alle concupiscenze che trascinano il nostro cuore nei peccati più degradanti della dignità dell’uomo e della donna.
Lasciar tutto ciò che è del mondo materialista ed edonista, è odio perfetto al mondo per il Regno di Dio, è amore perfetto a Dio. Il cristiano perfetto, dunque, odia il mondo, e il mondo odia rabbiosamente il discepolo perfetto di Cristo. Come ha odiato il Maestro, odierà anche il discepolo. Cristo, però, ha detto: “Io ho vinto il mondo”. E anche tu, discepolo di Cristo, hai il diritto un giorno di dire con Cristo: “Anch’io ho vinto il mondo”. Alla rabbia del mondo corrisponde la preghiera accorata di Cristo.
Niente perciò paura. Gesù si rendeva perfettamente conto della potenza del mondo e delle debolezze dei discepoli. Per questo ha pregato per noi: “Io prego per loro, non prego per il mondo… Oramai io non sono più nel mondo, ma essi restano nel mondo… Padre Santo, custodiscili nel tuo nome… io vengo a te, perché mentre essi sono ancora nel mondo, abbiano la pienezza della mia gioia in se stessi”. Gesù, ricongiunto al Padre, insieme a Lui manderà lo Spirito Santo perché cambi ogni tristezza in gioia, suggerisca la Verità tutta intera e doni la pienezza della gioia. Prenderà ogni dono da Cristo Gesù e lo darà a noi.
La Croce è la causa meritoria di ogni bene che dobbiamo recuperare per essere degni di entrare nel suo Regno. Per questo il Verbo si è fatto carne, venne crocifisso, morì, e risuscitò dalla tomba dove lo avevano deposto. La Parola di Dio incarnata contiene lo Spirito e la vita di Dio che ci fa diventare figli di Dio, e ci libera dal potere del principe di questo mondo: “Io ho comunicato loro la tua parola e il mondo li ha odiati, perché non sono del mondo, come lo non sono del mondo.”
Il Verbo incarnato è il Figlio di Dio che ci rende simili a Lui, è il Fratello di ogni creatura che ci rende fratelli suoi e, come Lui, fratelli del prossimo, è la vittoria che ci rende vittoriosi, è il Crocifisso che ci vuole associati alle sue sofferenze che hanno distrutto i nostri peccati, è il Risorto che ci manda con lo Spirito Santo e la Chiesa a collaborare con Lui per rinnovare la faccia della terra mediante la testimonianza della perfetta carità, che è la vita del Risorto, con la pratica del Vangelo delle Sofferenze di Cristo, sempre nella vita divina che il Risorto ci dona.
Dal Padre viene la Parola: la Parola che genera, che nutre, che purifica, che vince il maligno e che salva dalle seduzioni del mondo. Per questo la Parola di Dio incarnata, mandata dal Padre, lo prega perché custodisca coloro ai quali è stata inviata, e lo prega altresì “per quelli che per la loro parola crederanno”. Lo supplica affettuosamente perché consacri i suoi Apostoli nella verità, cioè li santifichi nella sua Parola: come tu hai mandato me consacrandomi nella tua Parola, così ti prego di consacrarli nella tua parola di verità, ora che io li mando nel mondo. Per loro Io ho consacrato me stesso, affinché anch’essi siano consacrati per il mondo nel quale Io li ho mandati. Gli Apostoli sono mandati da consacrati nel mondo.
Come Gesù, così gli Apostoli, la Chiesa e tutti quelli che crederanno in Lui, li manda ad annunziare Cristo e il suo Vangelo lungo secoli che solcano la storia dell’umanità. Il cammino degli Apostoli, dalla chiamata alla missione nel mondo, ha avuto diverse fasi di preparazione. Dapprima Gesù li chiama: “Vieni e seguimi”. Poi sulla Croce li attrae, alla sua Ascensione li manda a predicare, battezzare e governare; ma, a Pentecoste, lo Spirito Santo li consacra e, solo allora, sono pronti ad andare nel mondo.
La loro predicazione è arrivata fino a noi. Se noi lo vogliamo possiamo essere coinvolti nel mistero della Redenzione del mondo e della missione della Chiesa. Devi conoscere Gesù, se vuoi essere coinvolto nel mistero della sua salvezza. La verifica se tu conosci Gesù è che non hai né il desiderio, né la forza di commettere peccati; però la dinamica della virtù è questa: l’ubbidienza alla Parola di Dio, la carità nella stabilità della ubbidienza e della carità; non soltanto nelle corse gravi, ma anche nelle cose leggere, nei peccati veniali.
Se non c’è questa impostazione dentro il tuo cuore, sei sempre a rischio di commettere peccati gravi. Badate che questo rischio lo avverte l’Io, perché ogni tanto il piacere si fa profondo e dà dei colpi di ariete alle tue passioni. Si sente in certi momenti una ribellione, o l’impurità, oppure l’attrazione dei beni di questo mondo, che a nessuno è consentito di avere. Si sente questo attaccamento, si sente che satana attraverso l’eccitazione delle passioni risveglia gli affetti del cuore, i ricordi di tante cose che hai da tempo confessato. Questo è per te il segno che non hai conosciuto Gesù. Non hai la forza di fare quello che ha raccomandato a tutti: “se vuoi essere mio discepolo, rinnega te stesso, prendi ogni giorno la tua croce e seguimi”.