Molto facilmente nella vita spirituale la frase: «quante volte» viene in fibrillazione: «quante volte ho mancato, quante volte il Signore usa misericordia verso di me, quante volte devo perdonare, quante volte ancora essere tentato, provato, quante volte io riuscirò a vincere, quante volte io forse sarò fragile, quante volte…». È una frase che è ricorrente nella mente, nella volontà, nel cuore, nei sensi, «quante volte i miei sensi saranno deboli, la mia mente cadrà nella confusione, la mia volontà nell’indecisione, nell’insicurezza, nell’incertezza … quante volte!». È giunto il momento di gettare via questa parola quante volte; mettiamo un’altra espressione: «una volta sola basta». Ma «questa volta sola che basta» cosa vuol dire?: mettiti in comunione con la Parola di Dio, con la volontà di Dio, con Cristo, e vedrai che non conterai più: «quante volte, quante volte, quante volte».
Tu sei entrato in questa frase: «una sola volta e basta, Gesù ti amo, Gesù credo, Gesù spero, Gesù confido in Te, io amo solo Te, spero solo in Te, Tu solo sei il mio amore». Impara a dire quest’altra espressione, o se vuoi, entra in questa grande espressione che sa dell’infinito, che sa di Dio, perché Iddio una sola volta parla; la Sua Parola è irrevocabile, l’unità di Dio e la Trinità è in modo emblematico il segno sacramentale della sola Parola nella molteplicità degli ascolti. Una sola volta non tornare indietro, una sola volta dì al Signore «sì»; non dire più «no», non dire «sì e no», e vedrai che se tu entri in questa nuova frase: «una sola volta» non giudicherai, non condannerai, perdonerai sempre, sarai sempre fedele col Signore, con te stesso, col prossimo.
“Questa volta sola” ti porta la semplicità del tuo cuore, la purezza del tuo cuore, la gioia, la felicità del tuo spirito; dilla questa frase una sola volta, e se vuoi dimentica tutte le volte che in passato hai ripetuto in maniera non convinta: «sì, o Signore ti amo». Questa sarà l’ultima volta in cui tu, dicendo al Signore di staccarti da ogni malizia, di seguirlo, quest’ultima volta sarà quella volta sola che il Signore attende per cominciare davvero ad avere una comunione della fedeltà di Dio con la tua fedeltà. Quando tu entrerai in questa frase allora comincerai a costruire la tua identità, la felicità, il vero tuo avvenire sulla terra e nel Cielo. Basta col dire tante volte a te stesso: Signore quante volte ancora devo cadere, quante volte ancora devo lottare, quante volte ancora devo incontrare difficoltà, quante volte io devo rialzarmi, quante volte devo perdonare, usare misericordia, quante volte io devo chiedere misericordia per la mia miseria.
Getta via tutte queste espressioni e con profonda umiltà e fiducia dì al Signore: «o Signore questa davvero è la volta della mia svolta nella vita, voglio essere davvero tutto tuo, tutto quello che tu mi comandi io voglio farlo nell’amare Te e il prossimo secondo la vocazione alla famiglia, alla vita consacrata, che mi hai affidato; voglio essere simile a Te o Signore; tu una volta sola hai parlato, una volta sola Tu hai stabilito il disegno nei miei riguardi; voglio imitare quella volta sola che è il segno di un amore infinito, anch’io voglio dirti una volta per tutte, o Gesù io ti amo davvero».
Forse stai pensando: «ma è possibile che io eviti il quante volte?», Eh sì, è l’amore che non ti fa contare più, l’amore a Gesù; perché le fragilità involontarie possono stare, ma non si contano più nelle difficoltà, nelle debolezze, nelle fragilità, perché l’amore travolge tutto; è come una mamma la quale per l’amore non conta quante volte cambia i pannolini al suo bambino o alla sposa che lava le camicie al suo sposo, l’amore non fa contare più, perché l’amore rende radicalmente involontaria la fragilità, ma veramente involontaria, perché non è compatibile l’amore vero col volontario della malizia, l’amore radicale, quello che scatta appunto da questo amore deciso, radicale, forte, tenace. Quando uno s’accorge di non aver ben corrisposto alla Grazia di Dio e quindi ha fatto bene il suo dovere, però non è stato perfetto, anche allora non si turba, non si turba; l’amore travolge anche questa esperienza di debolezza, di umiltà. È l’amore, l’amore che stabilisce la pace dentro di noi.
Beati quelli che credono all’amore, che credono che l’Eucarestia è il nutrimento dell’amore divino, della vita divina che è in noi. Ci sono tre modi di dire “basta!”:
- perché ci si è stancati di fare l’ “altalena”. Ci si può disgustare di se stessi o di ciò in cui si ricade sempre. Ma la stanchezza non coincide con l’amore.
- Si può dire “basta!” all’imprevedibilità e alla meccanicità che ti fa sentire stordito, o che ti fa avvertire un disagio psicologico; ma tutte queste cose non coincidono con l’amore.
- Si può dire basta anche a partire da una convinzione radicale, profonda, di seguire Cristo e non il mondo ateo e materialista. Questo è l’amore vero, quello profondo che non parte dalla ragione, perché la ragione facilmente “perde tempo” nel discutere e nel fare il “pro” ed il “contro”.
L’amore è una Grazia di Dio che devi ottenere con la preghiera al Signore: è questo dono di Dio che poi ti porta a dire “basta!”. Si tratta dunque di qualcosa che non viene dalle tue esperienze psicologiche o oggettive, ma dalla convinzione radicale che Lui solo è il tuo amore, il tuo tesoro, la tua speranza, il tuo tutto. La stabilità nella Parola di Dio porta a questo amore definitivo, che non è incompatibile con le fragilità, purché siano davvero involontarie. Questa radicalità nell’amore è frutto di uno sforzo continuo ad obbedire nella preghiera e nella prudenza. Non sono i calcoli umani che ti portano ad amare il Signore; la stabilità nell’amore viene solo dal dono dell’amore di Dio che ti investe quando sei prudente e preghi, soprattutto con la meditazione e l’Eucarestia. Allora tutte le “imprevedibilità” delle debolezze, sia veniali che mortali, scompaiono. L’imprevedibilità è una sensazione soggettiva, perché una medesima cosa per te può essere imprevedibile, per me invece no: sono i fatti che ti portano conseguentemente alla fragilità, quando per esempio non preghi bene, sei pigro, goloso, mangi troppo o abusi del sonno.
Ci sono due categorie tra coloro che cadono nella fragilità o nell’imprudenza con la creatura “sonno”:
- coloro che dormono troppo;
- coloro che approfittano del sonno, “morsicandolo”: capita di alternare disordinatamente momenti in cui sei sveglio ad altri in cui dormi. Questo modo di “tagliuzzare” il sonno, ti porta poi ad essere nervoso, insoddisfatto, per cui satana ti suggerisce di “recuperare” il sonno perduto a causa del disordine, e ti provoca alla pigrizia e all’ “altalena” nella fragilità.
Quando ci sono queste cose, anche un piccolo dolore di testa, di stomaco o un’indigestione, è sufficiente per non farti andare a messa. Tutto ciò avviene perché si è disordinati, ed il fisico disordinato conduce al disordine spirituale. Anche fare a lungo ciò che piace può essere una delle cause dell’imprevedibilità: giocare, leggere, guardare la TV, ascoltare la radio. Fare a lungo ciò che piace ti “sgonfia” psicologicamente e spiritualmente, e ti porta alla dissipazione nella ricerca della soddisfazione, mentre in cuor tuo obietti: “Ma che c’è di male ?”.
Questo avviene perché satana non vuol farti vedere la causa grazie alla quale potrai vedere l’effetto, cioè il peccato veniale o mortale. Sconsiglio anche di studiare a lungo durante la notte. Certo, una volta all’anno può capitare, soprattutto se, quasi per una sorta di “psicopatia”, non riesci a dormire per il gravoso impegno di studio. Ma in situazioni come questa, la ragione facilmente ti dice di recuperare il sonno perduto quella notte in cui hai studiato, e per una settimana intera ti alzi tardi. Il sonno deve essere ordinato, altrimenti si sarà sempre insoddisfatti, e si sperimenterà l’incapacità di stare con Dio e nella propria famiglia; anche nel lavoro non si sarà accoglienti, disponibili, ma sempre impazienti; non si riuscirà a cucinare bene, a mettere il giusto quantitativo di sale, o ci si imbroglierà nel fare la spesa.