Il mistero per eccellenza della Chiesa è la Santissima Trinità.
Come può essere nostro Signore uno e Trino allo stesso tempo? E’ difficile da capire, anche solo da immaginare.
Alle scuole elementari, infatti, ce lo facevano rappresentare come un triangolo equilatero e per ogni vertice c’era una delle tre persone: Padre, Figlio e Spirito Santo.
La domenica che ci apprestiamo a vivere è quella dedicata alla Santissima Trinità e liturgicamente viene celebrata dopo la Pentecoste, proprio perchè la Pentecoste è l’esaltazione dello Spirito Santo che rappresenta la fonte, il cuore, il fulcro da cui proviene tutto il mistero del Dio-con-noi, che ci ama talmente tanto da dare il Suo Figlio unigenito al mondo per farlo morire fino ad una morte di croce, un Dio che ci porta sempre con lui e che rimane con noi nello Spirito.
Questa è l’origine di quella che viene definita comunione trinitaria.
E’ il Dio che Gesù ci ha narrato che non è un Dio solitario ma è un Dio la cui vita è in simbiosi con noi, anche quando noi non lo consideriamo e ci ama costantemente anche se noi non capiamo il suo amore. Le liturgie di questo tempo, vissute proprio in questo tempo particolare di Pandemia, ci hanno fatto rivivere e riassumere tutto il mistero del grande amore di cui ci nutriamo ogni giorno con la Parola.
Un nutrimento che ci è mancato immensamente in queste domeniche quando le celebrazioni sono state sospese e che, secondo me, proprio questa sospensione, cosa mai accaduta nella storia della Chiesa, ci deve far rendere ancora di più conto della gravità di quello che stiamo vivendo. Ma anche in questa occasione, come è sempre stato, da secoli, è l’amore alla fine che ci salva, ed è l’amore di Dio che, anche questa volta, ci ha salvato.
Oggi è tempo solo di stupore e di lode dinanzi alla bellezza senza confini del Dio unico e Trino, del Dio che è amore, del Dio che Gesù ci ha narrato durante il suo predicare. Si tratta del solo vero Dio: Padre e Figlio e Spirito Santo!