Don Tonino Bello era invece un grande comunicatore perché sapeva parlare ed arrivare dritto al cuore.
Molto spesso durante le omelie il mio parroco dice che tutti quanti noi abbiamo la vocazione alla santità per questo, molti Santi sono tra i laici e non esclusivamente tra sacerdoti e Papi.
Soprattutto se mi fermo a guardare al secolo scorso, vedo persone che sono state innalzate agli onori degli altari e che potrebbero essere realmente un vicino di casa, un passante e sono quelle persone che mi piace molto spesso definire “I Santi della porta accanto”.
Un testimone veritiero di ciò lo vedo in don Tonino Bello. Don Tonino è stato Vescovo di Molfetta ed era un fermo sostenitore di quella che lui amava definire la “Chiesa del grembiule”, quasi anticipando Papa Francesco. Lui era un grande sostenitore della Chiesa semplice, facile, povera, dalla porta sempre aperta e sperimentò ben presto la difficoltà di farsi capire su questa lunghezza d’onda dal suo clero. Don Tonino era per una Chiesa senza fronzoli, dai primi banchi riservati agli ultimi, lontano dai politici, anzi, ogni Natale, Pasqua e festività porgeva loro “Auguri” che lui amava definire “Scomodi”.
Don Tonino Bello un grande comunicatore
Ma Don Tonino Bello era invece un grande comunicatore perché sapeva parlare ed arrivare dritto al cuore. Non fece difficoltà a comunicare con i giovani, che tanto amava, i quali capirono immediatamente quanto e come, questo piccolo uomo, stava cambiando le coscienze della gente di un piccolo ma grande lembo di terra quale era la Puglia.
Oltre ai giovani, un posto speciale del suo cuore Don Tonino Bello lo aveva riservato ai poveri, e proprio a loro fu dedicato lo stemma del Palazzo Vescovile e l’agire pastorale che travolse tutta la Diocesi da lui guidata. Lui oltre al predicare amava razzolare infatti la povertà di cui parlava fu il suo stile di vita quotidiano che si rispecchia in ogni suo agire.
Basti pensare che non teneva per sé la congrua di Vescovo, ma la donava a chi ne aveva più bisogno.
Lascio qui di seguito uno stralcio di un discorso augurale fatto da Don Tonino Bello ad alcuni operai delle acciaierie pugliesi che avevano perso il lavoro.
“Ragazzi, vi faccio anch’io tanti auguri. Tanti auguri di speranza, tanti auguri di gioia, tanti auguri di buona salute, tanti auguri perché a voi ragazzi e ragazze fioriscano tutti i sogni. Tanti auguri perché nei vostri occhi ci sia sempre la trasparenza dei laghi e non si offuschino mai per le tristezze della vita che sempre ci sommergono. Vedrete come fra poco la fioritura della primavera spirituale inonderà il mondo, perché andiamo verso momenti splendidi della storia. Non andiamo verso la catastrofe, ricordatevelo.
Quindi gioite! Il Signore vi renda felici nel cuore, le vostre amicizie siano sincere. Non barattate mai l’onestà con un pugno di lenticchie. Vorrei dirvi tante cose, soprattutto vorrei augurarvi la pace della sera, quella che possiamo sentire anche adesso, se noi recidessimo un po’ dei nostri impegni così vorticosi, delle nostre corse affannate.
Coraggio! Vogliate bene a Gesù Cristo, amate con tutto il cuore, prendete il Vangelo tra le mani, cercate di tradurre in pratica quello che Gesù vi dice con semplicità di spirito.
Poi amate i poveri. Amate i poveri perché è da loro che viene la salvezza. Non arricchitevi, è sempre perdente colui che vince al gioco della borsa.
Vi abbraccio, tutti, uno ad uno, e, vi vorrei dire, guardandovi negli occhi: TI VOGLIO BENE”
Qualche giorno dopo, don Tonino morì per un male incurabile, ma nonostante il dolore e le lacrime, la morte di don Tonino non fu un giorno di lutto, ma di gioia, la festa che segnava per lui l’inizio di una vita nuova perché finalmente il suo sogno era realtà. Finalmente aveva incontrato lo Sposo bello.
Link alle preghiere a Maria di Don Tonino Bello