Quando il peccato mortale santifica
Il peccato mortale può darci la possibilità di percorrere una strada diversa….
La sottomissione
Shalom fratello/sorella mia, non inquietarti per il titolo, si hai letto proprio bene ciò che ho scritto. Il peccato è una gran bella opportunità che abbiamo noi essere mortali, per alcuni semplici motivi. Infatti è la condizione di “peccatori”, che ci distingue dall’essere divini e perfetti, altrimenti saremmo tutti pari a Dio e non ci sarebbe sottomissione. Dobbiamo innanzitutto comprendere che la sottomissione al Padre è fondamentale nel rapporto che si andrà ad instaurare, è quella porta che ti lega alla relazione stessa.
Quando si parla di alcuni termini come “sottomissione”, “amore”, sono sempre da intendersi alla maniera divina e non alla maniera umana. E’ tanta infatti la differenza che passa tra sottomissione e amore divino da quello umano.
La sottomissione nella sfera relazionale con Dio Padre è da intendersi più come timore e rispetto, piuttosto che un atto umiliante nei confronti di qualcuno.
Chiarito questo punto vediamo come il peccato ci santifica
Come può santificarci il peccato?
E’ un concetto molto particolare, un antitesi alla santificazione, ma nella mia modesta esperienza posso testimoniare, come lo Spirito Santo agisca in noi, trasformando le nostre azioni.
E’ infatti tramite lo Spirito Santo che Dio Padre agisce in noi. Con Esso ci rendiamo conto di quanto grame è la nostra vita, tanto che quando pecchiamo stiamo ancora più male. “Lo stare male” per una cattiva azione, possiamo già dire che è l’azione santificatrice dello Spirito .Possiamo quindi dire che se l’uomo non pecca non può rendersi conto della sua poca volontà e debolezza, di conseguenza non potrà fortificarsi e intraprendere quel cammino di crescita interiore che lo porti a santificarsi.
Nel momento in cui si rende conto di quanto misera è la sua anima, in lui si accende la fiamma dell’amore divino nel quale sente viva la presenza del Padre, pronto li ad accoglierlo con amore e misericordia.
Il “calore santificatore”
Da questa fiamma scaturisce il fuoco che genera il “calore santificatore” nel quale l’uomo china il capo e così comincia il cammino. Un cammino di fede, difficile a tratti impossibile, dove però siamo sempre seguiti dall’occhio vigile dell’angelo custode, il quale se sappiamo ascoltare, saprà consigliarci le giuste scelte.
Un cammino tutto in salita, nel quale l’uomo deve abbandonare tutto ciò che si è accumulato fino a quel momento, perché come disse Gesù : «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà. » Mt 16, 24-25
Parole forti quelle di Gesù, parole rivoluzionare, che si scontrano con la volontà umana.
Si parla infatti di abbandonare tutto, quindi anche di ciò che si era “rinnega te stesso”, rinnegare l’uomo vecchio e far prevalere l’uomo nuovo.
Dio nella sua infinita potenza, bontà e gloria, è capace di questo e ben altro dove si rende visibile la trasformazione dell’essere.
E’ chiaro che non voglio incitare nessuno a peccare, ma dare soltanto un altro punto di vista, su come interpretare il peccato, che molto spesso suscita in noi frustrazione, molto spesso tale da portarci lontano dalla fede.
Per approfondire ti rimando ad una catechesi audio di Fra Francesco Pio dell’ordine dei frati minori rinnovati : Catechesi
Approfondimenti sul peccato : Clicca qui
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