O Verità
che illumini il mio cuore,
fa’ che non siano le mie tenebre a parlarmi!
Mi sono gettato in mezzo a esse
e mi sono trovato al buio,
ma anche da quaggiù ti ho amato tanto.
Mi sono smarrito,
ma mi sono ricordato di te.
Ho sentito la tua voce alle mie spalle
che mi diceva di tornare indietro:
l’ho sentita a mala pena,
a causa del tumulto interiore
dell’inquietudine,
ma ecco che ora torno assetato
e desideroso della tua fonte.
Nessuno m’impedisca di avvicinarmi a lei:
ne berrò e vivrò.
Non devo essere io la mia vita:
da me sono vissuto male,
sono stato morte per me stesso;
in te ritorno a vivere.
Parlami tu,
istruiscimi.
Credo nelle Scritture,
ma le tue parole sono molto misteriose.
Tu hai già dichiarato con forza, Signore,
all’orecchio del mio animo,
che sei l’eterno,
il solo che possiede l’immortalità
in quanto non muti di aspetto
né alcun movimento ti cambia,
e neppure cambia col tempo la tua volontà:
non sarebbe immortale una volontà
che ora è in un modo, ora in un altro.
Ciò mi è chiaro dinanzi a te;
ti prego che mi sia sempre più chiaro
e che io abbia a rimanere in tale chiarezza,
pieno di sapienza sotto le tue ali…
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