Cantico del pellegrinaggio. Supplica di un esiliato che vive tra gente violenta. I suoi tentativi di dialogo sono respinti e derisi. Ci richiama il senso di impotenza che spesso prova chi si impegna per costruire la pace.
Ho una grande tristezza dentro;
ho bisogno di sfogarmi con qualcuno
e mi rivolgo a te, Signore,
perché so che mi ascolti e capisci.
Fa’ smettere per sempre, Signore,
la falsa propaganda dei militari
e le nere previsioni dei politologi
a servizio delle multinazionali.
«Quanto vi pagano per ingannare la gente
anime nere dell’informazione?
Pagherete cara questa manipolazione delle coscienze,
questa strumentalizzazione del potere che avete!».
Non c’è alternativa!
Devo convivere con una società
fondata sulla violenza
e sul culto del potere e della forza.
Ormai la conosco bene questa mentalità
che sgretola i rapporti di solidarietà
e la vera amicizia fra gli uomini
infischiandosene della pace.
La pace, invece, è la mia grande preoccupazione,
il mio impegno primario;
ma quando propongo qualcosa
mi si fa intorno il deserto!