Quest’anno la festività del Corpo e Sangue di Gesù avrà, in tutta Italia un sapore diverso.
Non ci saranno grandi festeggiamenti, non ci saranno processioni e non ci saranno le tipiche infiorate.
Nonostante la fine del lookdown molte cose, ancora, non torneranno alla normalità.
Perciò quest’anno si è deciso, in tutta Italia, di lasciar perdere le processioni e dare importanza, dopo le celebrazioni eucaristiche all’Adorazione Eucaristica.
Con il Corpus Domini si onora uno dei grandi misteri della fede della nostra religione cristiana: la presenza del corpo di Cristo nell’ostia consacrata.
Con questa festa si fa esplicito richiamo alla cena del Giovedì Santo, quando Gesù istituì l’Eucarestia alla presenza dei dodici e, per la prima volta, proprio durante quel grande evento trasformò il pane nel suo corpo e il vino nel suo sangue. È utile sapere che trattandosi di una celebrazione legata alla solennità della Resurrezione di Nostro Signore, si tratta a sua volta di una festa mobile, che si calcola basandosi sulla Pentecoste: dovrebbe cadere il secondo giovedì dopo Pentecoste, ma per evitare la creazione di un’ulteriore festa che si inserisce in mezzo alla settimana, dal 1977, in Italia, si è deciso di spostarla alla domenica seguente.
Quest’anno, dicevamo, sarà tutto diverso ma mi piace pensare proprio al maggiore significato che tutto ciò può avere.
Assistere alla Celebrazione Eucaristica, fare la Santa Comunione, Adorare Gesù Sacramentato e tornare a casa. Durante il nostro tragitto siamo noi stessi che veicoliamo nel nostro corpo il Corpo e il Sangue di Nostro Signore, lo portiamo e accogliamo nelle nostre case arrivando in punti dove il Sacerdote con l’Ostensorio non arriverebbe mai.