ARTICOLO 1
«LA SINTESI DI TUTTO IL VANGELO»
2761 « L’Orazione domenicale è veramente la sintesi di tutto il Vangelo ».7 « Dopo che il Signore ci ebbe trasmesso questa formula di preghiera, aggiunse: “Chiedete e ottenete” (Gv 16,24). Ognuno può, dunque, innalzare al cielo preghiere diverse secondo i suoi propri bisogni, però incominciando sempre con la Preghiera del Signore, la quale resta la preghiera fondamentale ».8
I. Al centro delle Scritture
2762 Dopo avere mostrato come i salmi siano il principale alimento della preghiera cristiana e confluiscano nelle domande del « Padre nostro », sant’Agostino conclude:
« Se passi in rassegna tutte le parole delle preghiere contenute nella Sacra Scrittura, per quanto io penso, non ne troverai una che non sia contenuta e compendiata in questa preghiera insegnataci dal Signore ».9
2763 Tutte le Scritture (la Legge, i Profeti e i Salmi) sono compiute in Cristo.10 Il Vangelo è questa « Lieta Notizia ». Il suo primo annunzio è riassunto da san Matteo nel discorso della montagna.11 Ebbene, la preghiera al Padre nostro è al centro di questo annuncio. È in questo contesto che si illumina ogni domanda della preghiera che ci ha lasciato il Signore:
« La preghiera del Pater noster è perfettissima […]. Nella Preghiera del Signore non solo vengono domandate tutte le cose che possiamo rettamente desiderare, ma anche nell’ordine in cui devono essere desiderate: cosicché questa preghiera non solo insegna a chiedere, ma plasma anche tutti i nostri affetti ».12
2764 Il discorso della montagna è dottrina di vita, l’Orazione domenicale è preghiera, ma nell’uno e nell’altra lo Spirito del Signore dà una nuova forma ai nostri desideri, ai moti interiori che animano la nostra vita. Gesù ci insegna la vita nuova con le sue parole e ci educa a chiederla mediante la preghiera. Dalla rettitudine della nostra preghiera dipenderà quella della nostra vita in lui.
II. «La Preghiera del Signore»
2765 L’espressione tradizionale « Orazione domenicale » (cioè « Preghiera del Signore ») significa che la preghiera al Padre nostro ci è insegnata e donata dal Signore Gesù. Questa preghiera che ci viene da Gesù è veramente unica: è « del Signore ». Da una parte, infatti, con le parole di questa preghiera, il Figlio unigenito ci dà le parole che il Padre ha dato a lui:13 è il maestro della nostra preghiera. Dall’altra, Verbo incarnato, egli conosce nel suo cuore di uomo i bisogni dei suoi fratelli e delle sue sorelle in umanità, e ce li manifesta: è il modello della nostra preghiera.
2766 Ma Gesù non ci lascia una formula da ripetere meccanicamente.14 Come per qualsiasi preghiera vocale, è attraverso la Parola di Dio che lo Spirito Santo insegna ai figli di Dio a pregare il loro Padre. Gesù non ci dà soltanto le parole della nostra preghiera filiale: ci dà al tempo stesso lo Spirito, per mezzo del quale quelle parole diventano in noi « spirito e vita » (Gv 6,63). Di più: la prova e la possibilità della nostra preghiera filiale è che il Padre « ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre! » (Gal 4,6). Poiché la nostra preghiera interpreta i nostri desideri presso Dio, è ancora « colui che scruta i cuori », il Padre, che « sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i desideri di Dio » (Rm 8,27). La preghiera al Padre nostro si inserisce nella missione misteriosa del Figlio e dello Spirito.
III. La preghiera della Chiesa
2767 Questo dono inscindibile, delle parole del Signore e dello Spirito Santo che le vivifica nel cuore dei credenti, è stato ricevuto e vissuto dalla Chiesa fin dalle origini. Le prime comunità pregano la Preghiera del Signore « tre volte al giorno »,15 in luogo delle « Diciotto benedizioni » in uso nella pietà ebraica.
2768 Secondo la Tradizione apostolica, la Preghiera del Signore è essenzialmente radicata nella preghiera liturgica:
Il Signore « ci insegna a pregare insieme per tutti i nostri fratelli. Infatti egli non dice Padre mio che sei nei cieli, ma Padre nostro, affinché la nostra preghiera salga, da un cuore solo, per tutto il corpo della Chiesa ».16
In tutte le tradizioni liturgiche la Preghiera del Signore è parte integrante delle Ore maggiori dell’Ufficio divino. Ma il suo carattere ecclesiale appare in tutta evidenza particolarmente nei tre sacramenti dell’iniziazione cristiana.
2769 Nel Battesimo e nella Confermazione la consegna (« traditio ») della Preghiera del Signore significa la nuova nascita alla vita divina. Poiché la preghiera cristiana è parlare a Dio con la Parola stessa di Dio, coloro che sono stati « rigenerati […] dalla Parola di Dio viva ed eterna » (1 Pt 1,23) imparano ad invocare il loro Padre con la sola Parola che egli sempre esaudisce. Ed ormai lo possono, perché il sigillo dell’unzione dello Spirito Santo è impresso, indelebile, sul loro cuore, sulle loro orecchie, sulle loro labbra, su tutto il loro essere filiale. Per questo la maggior parte dei commenti patristici del Padre nostro sono destinati ai catecumeni e ai neofiti. Quando la Chiesa prega la Preghiera del Signore, è sempre il popolo dei « rinati » che prega e ottiene misericordia.17
2770 Nella liturgia eucaristica la Preghiera del Signore appare come la preghiera di tutta la Chiesa. È lì che si rivela il suo pieno senso e la sua efficacia. Posta tra l’anafora (preghiera eucaristica) e la liturgia della Comunione, essa da un lato ricapitola tutte le domande e le intercessioni espresse lungo lo sviluppo dell’epiclesi, e, dall’altro, bussa alla porta del Banchetto del Regno, di cui la Comunione sacramentale è un anticipo.
2771 Nell’Eucaristia, la Preghiera del Signore manifesta anche il carattere escatologico delle proprie domande. Essa è la preghiera tipica degli « ultimi tempi », i tempi della salvezza, che sono cominciati con l’effusione dello Spirito Santo e che si compiranno con il ritorno del Signore. Le domande al Padre nostro, a differenza delle preghiere dell’Antica Alleanza, si fondano sul mistero della salvezza già realizzato, una volta per tutte, in Cristo crocifisso e risorto.
2772 Da questa fede incrollabile sgorga la speranza che anima ognuna delle sette domande. Esse esprimono i gemiti del tempo presente, di questo tempo della pazienza e dell’attesa, in cui « ciò che noi saremo non è stato ancora rivelato » (1 Gv 3,2).18 L’Eucaristia e il « Padre nostro » sono protesi verso la venuta del Signore, « finché egli venga » (1 Cor 11,26).
In sintesi
2773 In risposta alla domanda dei suoi discepoli (« Signore, insegnaci a pregare »: Lc 11,1), Gesù consegna loro la preghiera cristiana fondamentale del « Padre nostro ».
2774 « L’Orazione domenicale è veramente la sintesi di tutto il Vangelo »,19 « la preghiera perfettissima ».20 Essa è al centro delle Scritture.
2775 È chiamata « Orazione domenicale » perché ci viene dal Signore Gesù, maestro e modello della nostra preghiera.
2776 L’Orazione domenicale è, per eccellenza, la preghiera della Chiesa. È parte integrante delle Ore maggiori dell’Ufficio divino e dei sacramenti dell’iniziazione cristiana: Battesimo, Confermazione ed Eucaristia. Inserita nell’Eucaristia, manifesta il carattere « escatologico » delle proprie domande, nella speranza del Signore, « finché egli venga » (1 Cor 11,26).
(7) Tertulliano, De oratione, 1, 6: CCL 1, 258 (PL 1, 1255).
(8) Tertulliano, De oratione, 10: CCL 1, 263 (PL 1, 1268-1269).
(9) Sant’Agostino, Epistula 130, 12, 22: CSEL 44, 66 (PL 33, 502).
(10) Cf Lc 24,44.
(11) Cf Mt 5-7.
(12) San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, q. 83, a. 9, c: Ed. Leon. 9, 201.
(13) Cf Gv 17,7.
(14) Cf Mt 6,7; 1 Re 18,26-29.
(15) Didaché, 8, 3: SC 248, 174 (Funk, Patres apostolici, 1, 20).
(16) San Giovanni Crisostomo, In Matthaeum, homilia 19, 4: PG 57, 278.
(17) Cf 1 Pt 2,1-10.
(18) Cf Col 3,4.
(19) Tertulliano, De oratione, 1, 6: CCL 1, 258 (PL 1, 1255).
(20) San Tommaso d’Aquino, Summa theologiae, II-II, 83, 9, c: Ed. Leon. 9, 201.