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Sezione prima

da Redazione
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SEZIONE PRIMA

LA PREGHIERA NELLA VITA CRISTIANA

2558 « Grande è il mistero della fede ». La Chiesa lo professa nel Simbolo degli Apostoli (parte prima) e lo celebra nella liturgia sacramentale (parte seconda), affinché la vita dei fedeli sia conformata a Cristo nello Spirito Santo a gloria di Dio Padre (parte terza). Questo mistero richiede quindi che i fedeli credano in esso, lo celebrino e di esso vivano in una relazione viva e personale con il Dio vivo e vero. Tale relazione è la preghiera.

CHE COS’E’ LA PREGHIERA?

« Per me la preghiera è uno slancio del cuore, è un semplice sguardo gettato verso il cielo, è un grido di riconoscenza e di amore nella prova come nella gioia ».1

La preghiera come dono di Dio

2559 « La preghiera è l’elevazione dell’anima a Dio o la domanda a Dio di beni convenienti ».2 Da dove partiamo pregando? Dall’altezza del nostro orgoglio e della nostra volontà o « dal profondo » (Sal 130,1) di un cuore umile e contrito? È colui che si umilia ad essere esaltato.3 L’umiltà è il fondamento della preghiera. « Nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare » (Rm 8,26). L’umiltà è la disposizione necessaria per ricevere gratuitamente il dono della preghiera: l’uomo è un mendicante di Dio.4

2560 « Se tu conoscessi il dono di Dio! » (Gv 4,10). La meraviglia della preghiera si rivela proprio là, presso i pozzi dove andiamo a cercare la nostra acqua: là Cristo viene ad incontrare ogni essere umano; egli ci cerca per primo ed è lui che ci chiede da bere. Gesù ha sete; la sua domanda sale dalle profondità di Dio che ci desidera. Che lo sappiamo o non lo sappiamo, la preghiera è l’incontro della sete di Dio con la nostra sete. Dio ha sete che noi abbiamo sete di lui.5

2561 « Tu gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva » (Gv 4,10). La nostra preghiera di domanda è paradossalmente una risposta. Risposta al lamento del Dio vivente: « Essi hanno abbandonato me, sorgente d’acqua viva, per scavarsi cisterne, cisterne screpolate » (Ger 2,13), risposta di fede alla promessa gratuita di salvezza,6 risposta d’amore alla sete del Figlio unigenito.7

La preghiera come alleanza

2562 Da dove viene la preghiera dell’uomo? Qualunque sia il linguaggio della preghiera (gesti e parole), è tutto l’uomo che prega. Ma, per indicare il luogo dal quale sgorga la preghiera, le Scritture parlano talvolta dell’anima o dello spirito, più spesso del cuore (più di mille volte). È il cuore che prega. Se esso è lontano da Dio, l’espressione della preghiera è vana.

2563 Il cuore è la dimora dove sto, dove abito (secondo l’espressione semitica o biblica: dove « discendo »). È il nostro centro nascosto, irraggiungibile dalla nostra ragione e dagli altri; solo lo Spirito di Dio può scrutarlo e conoscerlo. È il luogo della decisione, che sta nel più profondo delle nostre facoltà psichiche. È il luogo della verità, là dove scegliamo la vita o la morte. È il luogo dell’incontro, poiché, ad immagine di Dio, viviamo in relazione: è il luogo dell’alleanza.

2564 La preghiera cristiana è una relazione di alleanza tra Dio e l’uomo in Cristo. È azione di Dio e dell’uomo; sgorga dallo Spirito Santo e da noi, interamente rivolta al Padre, in unione con la volontà umana del Figlio di Dio fatto uomo.

La preghiera come comunione

2565 Nella Nuova Alleanza la preghiera è la relazione vivente dei figli di Dio con il loro Padre infinitamente buono, con il Figlio suo Gesù Cristo e con lo Spirito Santo. La grazia del Regno è « l’unione della Santa Trinità tutta intera con lo spirito tutto intero ».8 La vita di preghiera consiste quindi nell’essere abitualmente alla presenza del Dio tre volte Santo e in comunione con lui. Tale comunione di vita è sempre possibile, perché, mediante il Battesimo, siamo diventati un medesimo essere con Cristo.9 La preghiera è cristiana in quanto è comunione con Cristo e si dilata nella Chiesa, che è il suo corpo. Le sue dimensioni sono quelle dell’amore di Cristo.10


(1) Santa Teresa di Gesù Bambino, Manoscritto C, 25r: Manoscritti autobiografici: Opere complete (Libreria Editrice Vaticana 1997) p. 263.

(2) San Giovanni Damasceno, Expositio fidei, 68 [De fide orthodoxa 3, 24]: PTS 12, 167 (PG 94, 1089).

(3) Cf Lc 18,9-14.

(4) Cf Sant’Agostino, Sermo 56, 6, 9: ed. P. Verbraken: Revue Bénédictine 68 (1958) 31 (PL 38, 381).

(5) Cf S. Gregorio Nazianzeno, Oratio 40, 25: SC 358, 261 (PG 36, 398); Sant’Agostino, De diversis quaestionibus octoginta tribus, 64, 4: CCL 44A, 140 (PL 40, 56).

(6) Cf Gv 7,37-39; Is 12,3; 51,1.

(7) Cf Gv 19,28; Zc 12,10; 13,1.

(8) San Gregorio Nazianzeno, Oratio 16, 9: PG 35, 945.

(9) Cf Rm 6,5.

(10) Cf Ef 3,18-21.