Paragrafo 1
LA CHIESA NEL DISEGNO DI DIO
I. I nomi e le immagini della Chiesa
751 La parola « Chiesa » [«ἐκκαλέω », chiamare fuori] significa « convocazione ». Designa assemblee del popolo, 122 generalmente di carattere religioso. È il termine frequentemente usato nell’Antico Testamento greco per indicare l’assemblea del popolo eletto riunita davanti a Dio, soprattutto l’assemblea del Sinai, dove Israele ricevette la Legge e fu costituito da Dio come suo popolo santo. 123 Definendosi « Chiesa », la prima comunità di coloro che credevano in Cristo si riconosce erede di quell’assemblea. In essa, Dio « convoca » il suo popolo da tutti i confini della terra. Il termine 5LD4″i, da cui sono derivati Church, Kirche, significa « colei che appartiene al Signore ».
752 Nel linguaggio cristiano, il termine « Chiesa » designa l’assemblea liturgica, 124 ma anche la comunità locale 125 o tutta la comunità universale dei credenti. 126 Di fatto questi tre significati sono inseparabili. La « Chiesa » è il popolo che Dio raduna nel mondo intero. Essa esiste nelle comunità locali e si realizza come assemblea liturgica, soprattutto eucaristica. Essa vive della Parola e del Corpo di Cristo, divenendo così essa stessa corpo di Cristo.
I simboli della Chiesa
753 Nella Sacra Scrittura troviamo moltissime immagini e figure tra loro connesse mediante le quali la Rivelazione parla del mistero insondabile della Chiesa. Le immagini dell’Antico Testamento sono variazioni di un’idea di fondo, quella del « popolo di Dio ». Nel Nuovo Testamento 127 tutte queste immagini trovano un nuovo centro, per il fatto che Cristo diventa il « Capo » di questo popolo, 128 che è quindi il suo corpo. Attorno a questo centro si sono raggruppate immagini « desunte sia dalla pastorizia o dall’agricoltura, sia dalla costruzione di edifici o anche dalla famiglia e dagli sponsali ». 129
754 « Così la Chiesa è l’ovile, la cui porta unica e necessaria è Cristo. 130 È pure il gregge, di cui Dio stesso ha preannunziato che sarebbe il pastore 131 e le cui pecore, anche se governate da pastori umani, sono però incessantemente condotte al pascolo e nutrite dallo stesso Cristo, il Pastore buono e il Principe dei pastori, 132 il quale ha dato la sua vita per le pecore 133 ». 134
755 « La Chiesa è il podere o campo di Dio. 135 In quel campo cresce l’antico olivo, la cui santa radice sono stati i patriarchi e nel quale è avvenuta e avverrà la riconciliazione dei Giudei e delle genti. 136 Essa è stata piantata dal celeste Agricoltore come vigna scelta. 137 Cristo è la vera Vite, che dà vita e fecondità ai tralci, cioè a noi, che per mezzo della Chiesa rimaniamo in lui e senza di lui nulla possiamo fare 138 ». 139
756 « Più spesso ancora la Chiesa è detta l’edificio di Dio. 140 Il Signore stesso si è paragonato alla pietra che i costruttori hanno rigettata, ma che è divenuta la pietra angolare (Mt 21,42 par.; At 4,11; 1 Pt 2,7; Sal 118,22). Sopra quel fondamento la Chiesa è stata costruita dagli Apostoli 141 e da esso riceve stabilità e coesione. Questa costruzione viene chiamata in varie maniere: casa di Dio, 142 nella quale abita la sua famiglia, la dimora di Dio nello Spirito, 143 la dimora di Dio con gli uomini, 144 e soprattutto tempio santo, rappresentato da santuari di pietra, che è lodato dai santi Padri e che la liturgia giustamente paragona alla Città santa, la nuova Gerusalemme. In essa, infatti, quali pietre viventi, veniamo a formare su questa terra un tempio spirituale. 145 E questa Città santa Giovanni la contempla mentre nel finale rinnovamento del mondo essa scende dal cielo, da presso Dio, “preparata come una sposa che si è ornata per il suo sposo” (Ap 21,1-2) ». 146
757 « La Chiesa, che è chiamata “Gerusalemme che è in alto” e “Madre nostra” (Gal 4,26); 147 viene pure descritta come l’immacolata Sposa dell’Agnello immacolato, 148 Sposa che Cristo “ha amato […] e per la quale ha dato se stesso, al fine di renderla santa” (Ef 5,25-26), che si è associata con patto indissolubile e che incessantemente “nutre e […] cura” (Ef 5,29) ». 149
II. Origine, fondazione e missione della Chiesa
758 Per scrutare il mistero della Chiesa, è bene considerare innanzi tutto la sua origine nel disegno della Santissima Trinità e la sua progressiva realizzazione nella storia.
Un disegno nato nel cuore del Padre
759 « L’eterno Padre, con liberissimo e arcano disegno di sapienza e di bontà, ha creato l’universo, ha decretato di elevare gli uomini alla partecipazione della sua vita divina », alla quale chiama tutti gli uomini nel suo Figlio: « I credenti in Cristo li ha voluti convocare nella santa Chiesa ». Questa « famiglia di Dio » si costituisce e si realizza gradualmente lungo le tappe della storia umana, secondo le disposizioni del Padre: la Chiesa, infatti, « prefigurata sino dal principio del mondo, mirabilmente preparata nella storia del popolo d’Israele e nell’Antica Alleanza, e istituita “negli ultimi tempi”, è stata manifestata dall’effusione dello Spirito e avrà glorioso compimento alla fine dei secoli ». 150
La Chiesa – prefigurata fin dall’origine del mondo
760 « Il mondo fu creato in vista della Chiesa », dicevano i cristiani dei primi tempi. 151 Dio ha creato il mondo in vista della comunione alla sua vita divina, comunione che si realizza mediante la « convocazione » degli uomini in Cristo, e questa « convocazione » è la Chiesa. La Chiesa è il fine di tutte le cose 152 e le stesse vicissitudini dolorose, come la caduta degli angeli e il peccato dell’uomo, furono permesse da Dio solo in quanto occasione e mezzo per dispiegare tutta la potenza del suo braccio, tutta l’immensità d’amore che voleva donare al mondo:
« Come la volontà di Dio è un atto, e questo atto si chiama mondo, così la sua intenzione è la salvezza dell’uomo, ed essa si chiama Chiesa ». 153
La Chiesa – preparata nell’Antica Alleanza
761 La convocazione del popolo di Dio ha inizio nel momento in cui il peccato distrugge la comunione degli uomini con Dio e quella degli uomini tra di loro. La convocazione della Chiesa è, per così dire, la reazione di Dio di fronte al caos provocato dal peccato. Questa riunificazione si realizza segretamente in seno a tutti i popoli: « Chi teme […] [Dio] e pratica la giustizia, a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto » (At 10,35) 154.
762 La preparazione remota della riunione del popolo di Dio comincia con la vocazione di Abramo, al quale Dio promette che diverrà padre di un grande popolo. 155 La preparazione immediata comincia con l’elezione di Israele come popolo di Dio. 156 Con la sua elezione, Israele deve essere il segno della riunione futura di tutte le nazioni. 157 Ma già i profeti accusano Israele di aver rotto l’Alleanza e di essersi comportato come una prostituta. 158 Essi annunziano un’Alleanza nuova ed eterna. 159 « Cristo istituì questo nuovo Patto ». 160
La Chiesa – istituita da Gesù Cristo
763 È compito del Figlio realizzare, nella pienezza dei tempi, il piano di salvezza del Padre; è questo il motivo della sua « missione ». 161 «Il Signore Gesù diede inizio alla sua Chiesa predicando la Buona Novella, cioè la venuta del regno di Dio da secoli promesso nelle Scritture».162 Per compiere la volontà del Padre, Cristo inaugurò il regno dei cieli sulla terra. La Chiesa è « il regno di Cristo già presente in mistero». 163
764 « Questo regno si manifesta chiaramente agli uomini nelle parole, nelle opere e nella presenza di Cristo ». 164 Accogliere la parola di Gesù significa accogliere « il regno stesso di Dio ». 165 Il germe e l’inizio del regno sono il « piccolo gregge » (Lc 12,32) di coloro che Gesù è venuto a convocare attorno a sé e di cui egli stesso è il pastore. 166 Essi costituiscono la vera famiglia di Gesù. 167 A coloro che ha così radunati attorno a sé, ha insegnato un modo « nuovo di comportarsi », ma anche una preghiera loro propria. 168
765 Il Signore Gesù ha dotato la sua comunità di una struttura che rimarrà fino al pieno compimento del Regno. Innanzi tutto vi è la scelta dei Dodici con Pietro come loro capo. 169 Rappresentando le dodici tribù d’Israele, 170 essi sono i basamenti della nuova Gerusalemme. 171 I Dodici 172 e gli altri discepoli 173 partecipano alla missione di Cristo, al suo potere, ma anche alla sua sorte. 174 Attraverso tutte queste azioni Cristo prepara ed edifica la sua Chiesa.
766 Ma la Chiesa è nata principalmente dal dono totale di Cristo per la nostra salvezza, anticipato nell’istituzione dell’Eucaristia e realizzato sulla croce. L’inizio e la crescita della Chiesa « sono simboleggiati dal sangue e dall’acqua che uscirono dal costato aperto di Gesù crocifisso ». 175 « Infatti dal costato di Cristo dormiente sulla croce è scaturito il mirabile sacramento di tutta la Chiesa ». 176 Come Eva è stata formata dal costato di Adamo addormentato, così la Chiesa è nata dal cuore trafitto di Cristo morto sulla croce. 177
La Chiesa – manifestata dallo Spirito Santo
767 « Compiuta l’opera che il Padre aveva affidato al Figlio sulla terra, il giorno di pentecoste fu inviato lo Spirito Santo per santificare continuamente la Chiesa ». 178 Allora « la Chiesa fu manifestata pubblicamente alla moltitudine [ed] ebbe inizio attraverso la predicazione e la diffusione del Vangelo ». 179 Essendo « convocazione » di tutti gli uomini alla salvezza, la Chiesa è missionaria per sua natura, inviata da Cristo a tutti i popoli, per farli discepoli. 180
768 Perché la Chiesa possa realizzare la sua missione, lo Spirito Santo « la provvede di diversi doni gerarchici e carismatici, con i quali la dirige ». 181 « La Chiesa perciò, fornita dei doni del suo Fondatore e osservando fedelmente i suoi precetti di carità, di umiltà e di abnegazione, riceve la missione di annunziare e instaurare in tutte le genti il regno di Cristo e di Dio, e di questo regno costituisce in terra il germe e l’inizio ». 182
La Chiesa – pienamente compiuta nella gloria
769 « La Chiesa […] non avrà il suo compimento se non nella gloria del cielo », 183 al momento del ritorno glorioso di Cristo. Fino a quel giorno, « la Chiesa prosegue il suo pellegrinaggio fra le persecuzioni del mondo e le consolazioni di Dio ». 184 Quaggiù si sente in esilio, lontana dal Signore; 185 « anela al regno perfetto e con tutte le sue forze spera e brama di unirsi al suo Re nella gloria ». 186 Il compimento della Chiesa – e per suo mezzo del mondo – nella gloria non avverrà se non attraverso molte prove. Allora soltanto, « tutti i giusti, a partire da Adamo, “dal giusto Abele fino all’ultimo eletto”, saranno riuniti presso il Padre nella Chiesa universale ». 187
III. Il mistero della Chiesa
770 La Chiesa è nella storia, ma nello stesso tempo la trascende. È unicamente « con gli occhi della fede » 188 che si può scorgere nella sua realtà visibile una realtà contemporaneamente spirituale, portatrice di vita divina.
La Chiesa – insieme visibile e spirituale
771 « Cristo, unico mediatore, ha costituito sulla terra la sua Chiesa santa, comunità di fede, di speranza e di carità, come un organismo visibile; incessantemente la sostenta e per essa diffonde su tutti la verità e la grazia ». La Chiesa è ad un tempo:
— « la società costituita di organi gerarchici e il corpo mistico di Cristo »;
— « l’assemblea visibile e la comunità spirituale »;
— « la Chiesa della terra e la Chiesa ormai in possesso dei beni celesti ».
Queste dimensioni « formano una sola complessa realtà risultante di un elemento umano e di un elemento divino ». 189
La Chiesa « ha la caratteristica di essere nello stesso tempo umana e divina, visibile ma dotata di realtà invisibili, fervente nell’azione e dedita alla contemplazione, presente nel mondo e, tuttavia, pellegrina; tutto questo in modo che quanto in lei è umano sia ordinato e subordinato al divino, il visibile all’invisibile, l’azione alla contemplazione, la realtà presente alla città futura verso la quale siamo incamminati ». 190
« O umiltà! O sublimità! Tabernacolo di Cedar, santuario di Dio; abitazione terrena, celeste reggia; dimora di fango, sala regale; corpo di morte, tempio di luce; infine, rifiuto per i superbi, ma sposa di Cristo! Bruna sei, ma bella, o figlia di Gerusalemme: se anche la fatica e il dolore del lungo esilio ti sfigurano, ti adorna tuttavia la bellezza celeste ». 191
La Chiesa – mistero dell’unione degli uomini con Dio
772 È nella Chiesa che Cristo compie e rivela il suo proprio mistero come il fine del disegno di Dio: « ricapitolare in Cristo tutte le cose » (Ef 1,10). San Paolo chiama « mistero grande » (Ef 5,32) l’unione sponsale di Cristo con la Chiesa. Poiché la Chiesa è unita a Cristo come al suo Sposo, 192 diventa essa stessa a sua volta mistero. 193 Contemplando in essa il mistero, san Paolo scrive: « Cristo in voi, speranza della gloria» (Col 1,27).
773 Nella Chiesa questa comunione degli uomini con Dio mediante la carità che « non avrà mai fine » (1 Cor 13,8) è lo scopo cui tende tutto ciò che in essa è mezzo sacramentale, legato a questo mondo destinato a passare. 194 « La sua struttura è completamente ordinata alla santità delle membra di Cristo. E la santità si misura secondo il “grande mistero”, nel quale la Sposa risponde col dono dell’amore al dono dello Sposo ». 195 Maria precede tutti noi sulla via verso la santità che è il mistero della Chiesa in quanto Sposa senza macchia né ruga. 196 Per questo motivo « la dimensione mariana della Chiesa precede la sua dimensione petrina ». 197
La Chiesa – sacramento universale di salvezza
774 La parola greca μυστήριο è stata tradotta in latino con due termini: mysterium e sacramentum. Nell’interpretazione ulteriore, il termine sacramentum esprime più precisamente il segno visibile della realtà nascosta della salvezza, indicata dal termine mysterium. In questo senso, Cristo stesso è il mistero della salvezza: « Non est enim aliud Dei mysterium, nisi Christus – Non v’è altro mistero di Dio, se non Cristo ». 198 L’opera salvifica della sua umanità santa e santificante è il sacramento della salvezza che si manifesta e agisce nei sacramenti della Chiesa (che le Chiese d’Oriente chiamano anche « i santi misteri »). I sette sacramenti sono i segni e gli strumenti mediante i quali lo Spirito Santo diffonde la grazia di Cristo, che è il Capo, nella Chiesa, che è il suo corpo. La Chiesa, dunque, contiene e comunica la grazia invisibile che essa significa. È in questo senso analogico che viene chiamata « sacramento ».
775 « La Chiesa è in Cristo come sacramento, cioè segno e strumento dell’intima unione con Dio e dell’unità di tutto il genere umano ». 199 Essere il sacramento dell’intima unione degli uomini con Dio: ecco il primo fine della Chiesa. Poiché la comunione tra gli uomini si radica nell’unione con Dio, la Chiesa è anche il sacramento dell’unità del genere umano. In essa, tale unità è già iniziata poiché essa raduna uomini « di ogni nazione, razza, popolo e lingua » (Ap 7,9); nello stesso tempo, la Chiesa è « segno e strumento » della piena realizzazione di questa unità che deve ancora compiersi.
776 In quanto sacramento, la Chiesa è strumento di Cristo. Nelle sue mani essa è lo « strumento della redenzione di tutti », 200 « il sacramento universale della salvezza », 201 attraverso il quale Cristo « svela e insieme realizza il mistero dell’amore di Dio verso l’uomo ». 202 Essa « è il progetto visibile dell’amore di Dio per l’umanità », 203 progetto che vuole « la costituzione di tutto il genere umano nell’unico popolo di Dio, la sua riunione nell’unico corpo di Cristo, la sua edificazione nell’unico tempio dello Spirito Santo ». 204
In sintesi
777 La parola « Chiesa » significa « convocazione ». Designa l’assemblea di coloro che la Parola di Dio convoca per formare il popolo di Dio e che, nutriti dal Corpo di Cristo, diventano essi stessi corpo di Cristo.
778 La Chiesa è ad un tempo via e fine del disegno di Dio: prefigurata nella creazione, preparata nell’Antica Alleanza, fondata dalle parole e dalle azioni di Gesù Cristo, realizzata mediante la sua croce redentrice e la sua risurrezione, essa è manifestata come mistero di salvezza con l’effusione dello Spirito Santo. Avrà il suo compimento nella gloria del cielo come assemblea di tutti i redenti della terra. 205
779 La Chiesa è ad un tempo visibile e spirituale, società gerarchica e corpo mistico di Cristo. È una, formata di un elemento umano e di un elemento divino. Questo è il suo mistero, che solo la fede può accogliere.
780 La Chiesa è in questo mondo il sacramento della salvezza, il segno e lo strumento della comunione di Dio e degli uomini.
(122) Cf At 19,39.
(123) Cf Es 19.
(124) Cf 1 Cor 11,18; 14,19.28.34-35.
(125) Cf 1 Cor 1,2; 16,1.
(126) Cf 1 Cor 15,9; Gal 1,13; Fil 3,6.
(127) Cf Ef 1,22; Col 1,18.
(128) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57 (1965) 13.
(129) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 6: AAS 57 (1965) 8.
(130) Cf Gv 10,1-10.
(131) Cf Is 40,11; Ez 34,11-31.
(132) Cf Gv 10,11; 1 Pt 5,4.
(133) Cf Gv 10,11-15.
(134) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 6: AAS 57 (1965) 8.
(135) Cf 1 Cor 3,9.
(136) Cf Rm 11,13-26.
(137) Cf Mt 21,33-43 e par.; Is 5,1-7.
(138) Cf Gv 15,1-5.
(139) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 6: AAS 57 (1965) 8.
(140) Cf 1 Cor 3,9.
(141) Cf 1 Cor 3,11.
(142) Cf 1 Tm 3,15.
(143) Cf Ef 2,19-22.
(144) Cf Ap 21,3.
(145) Cf 1 Pt 2,5.
(146) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 6: AAS 57 (1965) 8-9.
(147) Cf Ap 12,17.
(148) Cf Ap 19,7; 21,2.9; 22,17.
(149) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 6: AAS 57 (1965) 9.
(150) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 2: AAS 57 (1965) 5-6.
(151) Erma, Pastor, 8, 1 (Visio 2, 4, 1): SC 53, 96; cf Aristide, Apologia, 16, 7: BP 11, 125; San Giustino, Apologia, 2, 7: CA 1, 216-218 (PG 6, 456).
(152) Cf Sant’Epifanio, Panarion, 1, 1, 5, Haereses, 2, 4: GCS 25, 174 (PG 41, 181).
(153) Clemente d’Alessandria, Paedagogus, 1, 6, 27, 2: GCS 12, 106 (PG 8, 281).
(154) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57 (1965) 12; Ibid., 13: AAS 57 (1965) 17-18; Ibid., 16: AAS 57 (1965) 20.
(155) Cf Gn 12,2; 15,5-6.
(156) Cf Es 19,5-6; Dt 7,6.
(157) Cf Is 2,2-5; Mic 4,1-4.
(158) Cf Os 1; Is 1,2-4; Ger 2; ecc.
(159) Cf Ger 31,31-34; Is 55,3.
(160) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57 (1965) 13.
(161) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 3: AAS 57 (1965) 6; Id., Decr. Ad gentes, 3: AAS 58 (1966) 949.
(162) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 5: AAS 57 (1965) 7.
(163) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 3: AAS 57 (1965) 6.
(164) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 5: AAS 57 (1965) 7.
(165) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 5: AAS 57 (1965) 7.
(166) Cf Mt 10,16; 26,31; Gv 10,1-21.
(167) Cf Mt 12,49.
(168) Cf Mt 5-6.
(169) Cf Mc 3,14-15.
(170) Cf Mt 19,28; Lc 22,30.
(171) Cf Ap 21,12-14.
(172) Cf Mc 6,7.
(173) Cf Lc 10,1-2.
(174) Cf Mt 10,25; Gv 15,20.
(175) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 3: AAS 57 (1965) 6.
(176) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 5: AAS 56 (1964) 99.
(177) Cf Sant’Ambrogio, Expositio evangelii secundum Lucam, 2, 85-89: CCL 14, 69-72 (PL 15, 1666-1668).
(178) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 4: AAS 57 (1965) 6.
(179) Concilio Vaticano II, Decr. Ad gentes, 4: AAS 58 (1966) 950.
(180) Cf Mt 28,19-20; Concilio Vaticano II, Decr. Ad gentes, 2: AAS 58 (1966) 948; Ibid., 5-6: AAS 58 (1966) 951-955.
(181) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 4: AAS 57 (1965) 7.
(182) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 5: AAS 57 (1965) 8.
(183) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 48: AAS 57 (1965) 53.
(184) Sant’Agostino, De civitate Dei, 18, 51: CSEL 402, 354 (PL 41, 614); cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 8: AAS 57 (1965) 12.
(185) Cf 2 Cor 5,6; Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 6: AAS 57 (1965) 9.
(186) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 5: AAS 57 (1965) 8.
(187) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 2: AAS 57 (1965) 6.
(188) Catechismo Romano, 1, 10, 20: ed. P. Rodríguez (Città del Vaticano-Pamplona 1989) p. 117.
(189) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 8: AAS 57 (1965) 11.
(190) Concilio Vaticano II, Cost. Sacrosanctum Concilium, 2: AAS 56 (1964) 98.
(191) San Bernardo di Chiaravalle, In Canticum sermo, 27, 7, 14: Opera, ed. J. Leclercq-C.H. Talbot-H. Rochais, v. 1 (Roma 1957) p. 191.
(192) Cf Ef 5,25-27.
(193) Cf Ef 3,9-11.
(194) Cf Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 48: AAS 57 (1965) 53.
(195) Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem, 27: AAS 80 (1988) 1718.
(196) Cf Ef 5,27.
(197) Giovanni Paolo II, Lett. ap. Mulieris dignitatem, 27: AAS 80 (1988) 1718, nota 55.
(198) Sant’Agostino, Epistula 187, 11, 34: CSEL 57, 113 (PL 33, 845).
(199) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 1: AAS 57 (1965) 5.
(200) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 9: AAS 57 (1965) 13.
(201) Concilio Vaticano II, Cost. dogm. Lumen gentium, 48: AAS 57 (1965) 53.
(202) Cf Concilio Vaticano II, Cost. past. Gaudium et spes, 45: AAS 58 (1966) 1066.
(203) Paolo VI, Discorso al Sacro Collegio dei Cardinali (22 giugno 1973): AAS 65 (1973) 391.
(204) Concilio Vaticano II, Decr. Ad gentes, 7: AAS 58 (1966) 956; cf Id., Cost. dogm. Lumen gentium, 17: AAS 57 (1965) 20-21.
(205) Cf Ap 14,4.