L’uomo, la donna, si stanca presto di pregare e di perseverare nel cammino di conversione, vuole una rapida soluzione dei suoi problemi. Quando si stanca, dice che Dio non lo ascolta, non vuole aiutarlo come invece fa con gli altri. E così sogna, fantastica le cose stolte. Quando si avvede che altro è il sogno ed altro la realtà, si turba, e se non è di buona volontà, si scoraggia e cambia strada. Non ricorda che l’Onnipotente, che poteva in un attimo fare del caos l’universo, lo fece con fasi ordinate e separate in spazi di tempo detti giorni.
Gesù dal caos spirituale di tutto il mondo deve trarre il Regno di Dio. E lo farà. Ha costruito prima le basi, ha spezzato la roccia durissima per tagliare dentro le fondamenta, per cui il Regno di Dio che sta edificando sulla sua Passione, Morte e Risurrezione non crollerà mai: “le porte dell’inferno non prevarranno contro di essa”. Gli Apostoli hanno alzato lentamente i muri. Gli altri hanno continuato e continuano l’opera di costruzione. Gesù è morto nell’opera, gli Apostoli sono morti e anche noi moriremo: di morte cruenta o incruenta.
Tutti quelli che vogliono ubbidire alla fede, devono essere consumati da questo lavoro, che richiede spirito di immolazione e di generosità. Richiede lacrime, sangue e pazienza senza misura. Contro la nostra fretta, stanchezza e sconforto, questo lavoro richiede calma, costanza, sforzo e fiducia. Richiede il sacrificio di tutti quelli che devono dare al mondo la testimonianza della loro fede, essi sono di Cristo che è il fondatore, e che ne è la mistica testa. Tutti i discepoli e tutti quelli che portano il nome di cristiani e appartengono alla Chiesa universale, al Regno di Dio che Gesù sta edificando sulla terra.
Nella grande scala delle gerarchie sono sovente i più umili, sono coloro che sembrano semplicemente dei numeri, quelli che rendono veramente vitale la Chiesa. In questi uomini e donne Cristo si rifugia sovente per continuare a mantenere viva la fede e la forza dei sempre rinnovati collegi apostolici. Di questi apostoli che operano nel nascondimento, nel silenzio della loro preghiera e del loro sacrificio quotidiano, Cristo ne fa dei tormentati da satana e dagli uomini invidiosi, superbi e crudeli. Né il loro martirio morale è meno penoso di quello materiale, presi come sono fra la volontà attiva di Dio e la volontà malvagia degli uomini e delle donne, che sono diventati strumento di satana. Essi cercano con ogni studio e violenza, di farli apparire menzogneri, folli, ossessi, per paralizzare l’ Opera di Cristo Risorto in loro, e cosi vanificare i frutti delle opere buone.
Le opere della fede infatti, sono altrettanti colpi contro la bestia, che è venuta dall’inferno per sconvolgere la fede dei buoni cristiani. Essi resistono e resisteranno, anche se non hanno Cristo materialmente con loro. Devono credere non solo a quello che è un loro dovere di credere, ma anche alla loro segreta missione. Devono crederla santa, utile, venuta da Cristo, mentre intorno a loro fischierà satana per terrorizzarli, e urlerà il mondo per deriderli, e i non sempre perfettamente luminosi ministri di Dio per condannarli. Questo è il destino delle voci di Cristo. Egli infatti non ha altro modo che questo per scuotere, riportare al Vangelo e alla Chiesa gli uomini, e le donne che si sono smarriti per le vie del mondo.
Ma per quello che Cristo chiede loro, impone loro, e da loro riceve, darà loro eterna gioia, una gloria speciale. In Cielo vi è un libro chiuso, solo Dio può leggerlo. In esso sono tutte le verità. Ma Dio talora leva i sigilli e risveglia le verità già dette agli uomini e alle donne, costringendo quegli uomini e quelle donne, eletti a tale sorte, a conoscere passato, presente e futuro, che il misterioso libro della Rivelazione contiene. Avete mai visto un figlio, il più buono della famiglia, od uno scolaro, il più buono della scuola, essere chiamato dal padre o dal maestro a leggere in un libro di adulti e averne una spiegazione?
Quel ragazzo sta a fianco del padre o del maestro, circondato da un loro braccio, mentre l’altra mano del padre o del maestro segna con l’indice le righe che vuole lette e conosciute. Così fa Dio con i consacrati a tal sorte. Li attira e li tiene col suo braccio, e li forza a leggere ciò che egli vuole, e a saperne il significato, e a dirlo poi, e averne in cambio scherno e dolore. Cristo Uomo è il capostipite di coloro che dicono la verità del Libro celeste, e ne riceve scherno, dolore e morte. Ma il Padre ha preparato la sua gloria. E lui, salito nella gloria, prepara la gloria di quelli che vuole forzare a leggere nel libro chiuso i punti che ha voluto. Al cospetto di tutta l’umanità risorta, e dei cori angelici, li indicherà per quelli che furono, chiamandoli presso di sé, mentre aprirà i sigilli del libro che ormai sarà inutile tenere chiuso, ed essi sorrideranno rivedendo scritte, rileggendo le parole che già furono illuminate quando soffrivano e operavano sulla terra.
Il giorno della Risurrezione infatti, tutti conosceranno il Senso autentico delle Scritture Sante e vedranno che tutte le profezie si sono avverate. In Cielo ai Beati tutto sarà noto. Conosceranno assorbiti nella Sapienza Infinita, la verità di quello che hanno creduto e praticato. Subito appena entrati nella vita. L’ultimo giorno li chiamerà a conoscere il Libro, perché non ci saranno solo i Beati a vedere questo, ma tutta l’umanità. E nella parte dei dannati molti saranno coloro che hanno deriso le voci di Dio, le hanno definite voci di folli e di indemoniati, e li avranno tormentati soltanto per quel loro dono. Questa rivelazione pubblica sarà una lunga, ma doverosa rivincita concessa a questi martiri della ottusità malvagia del mondo. Non sono pochi i cristiani che fanno nel cuore questa riflessione: io sono osservante della Legge, ma sono poco generoso.
Faccio ciò che devo assolutamente fare. Lo faccio perché ho paura dell’inferno. Però amo i miei comodi. Studio molto di fare le cose in modo di non peccare, ma di non disturbare troppo me stesso. Facendo così mi salverò. Si salva certamente. Ma perché essere avaro con il buon Dio che è tanto generoso con noi? Perché pretendere per se solo la salvezza, carpita a fatica, e non la santità che dà subito l’eterna pace? Perché non essere generosi con la propria anima? Ci sarà per loro un lungo purgatorio prima di avere la pace. Signore, sono pochi quelli che si salvano?, chiesero gli Apostoli a Gesù. Se gli uomini e le donne sapessero condursi con rispetto verso se stessi, e con amore reverenziale a Dio, tutti si salverebbero, come Dio lo desidera. Ma l’uomo, la donna, non procede così. E come uno stolto, si trastulla con l’orpello invece di prendere l’oro vero.
Occorre essere generosi nel volere il bene. Cosa ci costa? In questo è il merito. “Sforzatevi di entrare per la porta stretta, l’altra ben larga e ornata è una seduzione di satana per traviare tutti noi”. Quella del Cielo è stretta, per passarvi occorre essere senza materialità, occorre essere spirituali per poterlo fare, altrimenti, venuta l’ora della morte, non riusciremo a varcarla. E in verità si vedranno molti che cercheranno di entrarvi senza potervi riuscire, tanto sono obesi di materialità, infronzolati di pompe mondane, irrigiditi da una crosta di peccato, incapaci di piegarsi per la superbia che fa loro da scheletro. E verrà allora il padrone del Regno a chiudere la porta, e quelli fuori, quelli che non avranno potuto entrare al tempo giusto, stando fuori busseranno all’uscio gridando: Signore, aprici. Ci siamo anche noi. Ma egli dirà:” in verità io non vi conosco, né so da dove venite, ed essi: ma come, non ti ricordi di noi?, ti abbiamo ascoltato quando insegnavi nelle nostre piazze”. Ma egli risponderà: “in verità non vi conosco”. Più vi guardo e più mi apparite sazi di ciò che ho dichiarato cibo impuro.
In verità più vi scruto, e più vedo che non siete della mia famiglia. Ora vedo di chi siete figli e sudditi: dell’altro, del mio nemico. Avete per padre satana, e per madre la carne, per nutrice la superbia, per servo l’odio, per tesoro avete il peccato, per gemme i vizi. “Via di qui, lontano da me, voi tutti che siete operatori di iniquità”. E allora mentre dal profondo dei Cieli verranno fulgidi di gloria coloro che ubbidirono alla fede, quelli che non hanno avuto amore, ma egoismo, non sacrificio ma mollezza, saranno cacciati lontano, confinati al luogo “dove il pianto è eterno e dove non c’è che terrore”. E i risorti gloriosi, “venuti da oriente e da occidente, da settentrione e da mezzogiorno, si aduneranno alla mensa dell’Agnello nel Regno di Dio”. E così vedranno che “molti, creduti i primi, saranno non solo gli ultimi, ma non saranno neppure gli ultimi” Perché “molti sono chiamati, ma pochi quelli che dell’elezione sanno farsi una vera gloria in Cielo”.