Dal 18 maggio il Governo e la CEI hanno siglato l’accordo per la riapertura al pubblico delle celebrazioni eucaristiche.
Molti sicuramente si sarebbero aspettati le folle delle grandi occasioni, ma così, purtroppo non è stato.
Nonostante i Sacerdoti su invito delle Diocesi si sono attrezzati per il distanziamento sociale, per l’igienizzazione di mani e arredi liturgici e continuando a mettere in atto quelle che sono state le disposizioni emanate dalla CEI prima del Lockdown, le Chiese continuano a restare vuote.
Si possono contare sulle dita della mano coloro i quali hanno avvertito immediatamente il desiderio di andare a ringraziare il Signore Gesù per essere arrivati fino a questo punto. Altri, invece, fanno vincere ancora la paura. Penso che alcuni atteggiamenti non vadano assolutamente condannati. Bisogna rispettare i tempi e la naturale voglia di tornare alla normalità di ognuno di noi.
Coscienti che li, tra le mura della Chiesa, dietro il portone di legno, c’è un Crocifisso che ci aspetta a braccia aperte per consolarci, abbracciarci ed ascoltarci ma soprattutto ci vuole concedere la sua immensa misericordia che è senza dubbio il dono più grande che Nostro Signore ci fa quando cadiamo e cerchiamo la sua mano per rialzarci.


Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell’anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell’intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell’uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sórdido, bagna ciò che è árido, sana ciò che sánguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.